Description
Portamatita in argento, a forma di Fascio Littorio, con impresso a rilievo la sagoma delle fascine tenute insieme da una cinta, ed in cima la scure con la testa di leone ruggente. Il portamatite si apre, ed all’interno, incastrata quindi assicurata al tappo, trovava alloggio una di quelle matite piatte che venivano magari preferite per la semplicitĂ d’uso e praticitĂ alle penne stilografiche. Questo modello di portamatita in argento, raffigurando un fascio littorio, era sicuramente usato da personale del Partito Fascista, da gerarchi, da membri delle associazioni, corporazioni, che dipendevano dal PNF
Assolutamente perfetto, insieme al portasigarette con fascio littorio in argento che trovate in vendita sul sito, questo portamatita era appartenuto ad un gerarca fascista, il Console Baldi. Anche se l’oggetto richiama ad un uso piuttosto comune e popolare, il fatto che abbia le fattezze del fascio littorio ne giustifica in qualche modo la provenienza.
Originale, del periodo 1927-1931 (anno in cui il Console Baldi si toglie la vita)
MATERIALEÂ Â Â :Â metallo argentato
MISUREÂ Â Â Â Â Â Â :Â mm. 80 x 10
MARCHIOÂ Â Â Â Â :Â –
NOTIZIE
Fasci italiani di combattimento è il nome del movimento politico fondato a Milano da Benito Mussolini il 23 marzo 1919, erede diretto del Fascio d’azione rivoluzionaria del 1915. Il 9 novembre 1921 si trasformò in Partito Nazionale Fascista.
Il “programma di San Sepolcro”
Il 23 marzo 1919 nella sala riunioni Circolo dell’alleanza industriale, in piazza San Sepolcro a Milano, furono ufficialmente fondati i Fasci italiani di combattimento. Tra i fondatori  troviamo persone di diversa estrazione sociale ed orientamento politico a riflesso di un certo eclettismo ideologico di questa fase originaria; tra i primi aderenti ci furono anche cinque ebrei.
Benito Mussolini prevedeva l’attuazione di uno specifico Programma di San Sepolcro (dal nome della piazza in cui fu proclamato). I primi appartenenti ai Fasci si chiamarono appunto sansepolcristi, fregiati di una fascia giallorossa (i colori di Roma). Gli squadristi semplici invece erano riconoscibili da una striscia rossa al polso della camicia nera.
Il Manifesto dei Fasci italiani di combattimento, alla cui stesura aveva collaborato attivamente Alceste De Ambris, fu ufficialmente pubblicato su Il Popolo d’Italia il 6 giugno 1919. Nel manifesto vengono avanzate numerose proposte di riforma politica e sociale per far ÂŤfronte contro due pericoli: quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistraÂť, rappresentando la terza via tra i due opposti poli e sviluppandosi nell’ambito delle teorie moderniste sull’uomo nuovo. Solo parte di queste vennero realizzate durante il periodo del regime fascista (1922â1943). Pur riprese successivamente durante la Repubblica Sociale Italiana come la socializzazione delle imprese e dei mezzi di produzione, rimasero sostanzialmente inapplicate a causa degli eventi bellici.
Console BALDI Francesco
Classe 1883, combattente coraggioso e nominato Capitano per meriti di guerra durante il conflitto, aderisce al Fascio di Firenze nel novembre del 1920, legandosi da subito di buona amicizia con lâelemento spesso molto piĂš giovane e irrequieto (Banchelli, Frullini, Dumini, Onori) di quel fascio giĂ âvivaceâ di suo.
Diventa, qualche mese dopo, segretario del Fascio di Barberino del Mugello, dove, però, gli avversari gli rendono subito la vita difficile. Isolato e malvisto, con la famiglia piĂš volte minacciata di morte, si è risolto, infine a chiedere lâaiuto dei camerati fiorentini, dopo che il 27 marzo del 1921 a seguito della fondazione del Fascio nel suo paese, i sovversivi lo hanno assediato in casa con i suoi familiari.
Con quei guasconi un poâ maneschi delle squadre del capoluogo, egli si troverĂ subito a suo agio, e sarĂ in prima fila, guadagnandosi denunce per lesioni, violenza privata, mancato omicidio, etc, partecipe di un âclimaâ e di un modo di essere âquello squadrista- destinati a segnare la sua vita futura.
Partecipa a numerose azioni squadriste, fino a guidare, in occasione della Marcia, la 3° Legione fiorentina, tra Spoleto e Foligno, per poi divenire Console della Milizia.
Nel contempo, essendo benestante di suo, spende circa 400.000 lire per la propaganda e lâattivitĂ delle squadre, e altre 717.000 anticipa, nel 1925, per coprire i debiti di una Cooperativa âil cui controllo era passato ai fascisti dopo il â22- e pagare gli stipendi agli operai, tra i quali, forse, ci sono anche alcuni dei suoi assalitori di quella sera del â21.
AnticiperĂ ancora 160.000 per ripianare i debiti della Centrale elettrica del âsuoâ Mugello.
Danari dati e senza restituzione, (un conto finale valuterĂ lâesborso complessivo in 1.277.000 lire), che pregiudicano gravemente la sua posizione finanziaria (ha anche cinque figli), fino a costringere la moglie âprobabilmente senza che lui lo sappia- a rivolgersi direttamente a Mussolini per un aiuto che consenta ai ragazzi di proseguire negli studi.
Il 23 marzo del 1931 Baldi, ormai quasi sul lastrico, si suicida nel suo ufficio di Console Generale della Milizia.
(Fonte web Fascisti come tanti..)
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Fonti varie Wikipedia , Fasci Italiani di Combattimento
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