Descrizione
Giacca in tela bigia , per uniforme da fatica , Regio Esercito , da truppa , usata nel periodo 1900 – 1918, verosimilmente anche durante la campagna in Libia per la guerra Italo – Turca. Rinvenuta in un lotto di materiale appartenuto ad un soldato di Artiglieria del Regio Esercito, la giacca porta i gradi da Caporal Maggiore cuciti sopra il paramani sagomato a V rovesciata, è completa delle spalline fisse, con chiusura a bottone bombato in metallo liscio ; chiusura al petto con cinque bottoni a scomparsa ; gancetto di chiusura al colletto ; ha due tasche applicate, ai fianchi , con patta ad ali di gabbiano, e bottone centrale come quello delle spalline ; all’interno troviamo un timbro circolare ad inchiostro nero, purtroppo non leggibile. Seppur difforme dal modello regolamentare di nostra conoscenza (le tasche a scomparsa sul petto) , dalle peculiarità sartoriali della giacca in oggetto (tasche applicate) e dalle circostanze del ritrovamento, potrebbe essere che la giacca era di quelle assegnate all’ Artiglieria, ma non vi è garanzia di certezza, dunque viene proposta così come si vede, una Giubba da Fatica. In ottime condizioni generali, i gradi da Caporal Maggiore presentano delle scuciture come ben evidenziato dalle foto allegate. Mancante di stellette a vite che andavano applicate al colletto.
MATERIALE : Stoffa
MISURE :
MARCHIO : non leggibile
Notizie
La guerra italo-turca , nota anche come guerra di Libia, impresa di Libia o campagna di Libia , fu combattuta dal Regno d’Italia contro l’Impero ottomano tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per conquistare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica.
Le ambizioni coloniali spinsero l’Italia ad impadronirsi delle due province ottomane che nel 1934, assieme al Fezzan, avrebbero costituito la Libia dapprima come colonia italiana ed in seguito come Stato indipendente. Durante il conflitto fu occupato anche il Dodecaneso nel Mar Egeo; quest’ultimo avrebbe dovuto essere restituito ai turchi alla fine della guerra, ma rimase sotto amministrazione provvisoria da parte dell’Italia fino a quando, con la firma del trattato di Losanna nel 1923, la Turchia rinunciò ad ogni rivendicazione e riconobbe ufficialmente la sovranità italiana sui territori perduti nel conflitto.
Nel corso della guerra l’Impero ottomano si trovò notevolmente svantaggiato, poiché poté rifornire il suo piccolo contingente in Libia solo attraverso il Mediterraneo. La flotta turca non fu in grado di competere con la Regia Marina, e gli Ottomani non riuscirono ad inviare rinforzi alle province nordafricane. Pure se minore, questo evento bellico fu un importante precursore della prima guerra mondiale, perché contribuì al risveglio del nazionalismo nei Balcani. Osservando la facilità con cui gli italiani avevano sconfitto i disorganizzati turchi ottomani, i membri della Lega Balcanica attaccarono l’Impero prima del termine del conflitto con l’Italia.
La guerra registrò numerosi progressi tecnologici nell’arte militare, tra cui, in particolare, il primo impiego militare dell’aeroplano sia come mezzo offensivo che come strumento di ricognizione (furono schierati in totale 9 apparecchi). Il 23 ottobre 1911 in pieno svolgimento della guerra italo turca, il pilota capitano Carlo Maria Piazza sorvolò le linee turche in missione di ricognizione ed il 1º novembre dello stesso anno l’aviatore Giulio Gavotti lanciò a mano la prima bomba aerea (grande come un’arancia, si disse) sulle truppe turche in uniforme di stanza in Libia. Altrettanto significativo fu l’impiego della radio con l’allestimento del primo servizio regolare di radiotelegrafia campale militare su larga scala, organizzato dall’arma del genio sotto la guida del comandante della compagnia R.T. Luigi Sacco e con la collaborazione dello stesso Guglielmo Marconi. Infine, il conflitto libico registrò il primo utilizzo nella storia di automobili in una guerra: le truppe italiane furono dotate di autovetture Fiat Tipo 2 e motociclette SIAMT.
Per approfondimenti , fonti Wikipedia
9.19
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