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❌🙁Scatola carillon fascista “Giovinezza” – “Faccetta Nera” – PNF

1,00

Scatola in legno, periodo fascista, con carillon musicale a quattro canzoni tra cui  “Giovinezza” , “Faccetta Nera” ,  “Torna a Surriento” ed una non meglio identificata quarta melodia.

La scatola è realizzata in magnifico intarsio di madreperla, su bois de rose, con fascio littorio centrale  incorniciato in serti di alloro, e foglie di quercia agli angoli. All’interno del coperchio della scatola troviamo, decorata a mano, una dedica importante per un personaggio politico fascista, Lino Domeneghini, squadrista della prima ora dell’area bresciana, sindacalista fascista.

Il lotto comprende anche una foto commemorativa del Domeneghini, ed un suo ritratto a carboncino eseguito da noto artista illustratore dell’epoca.

In ottime condizioni, con bella patina del tempo, originale. Carillon perfettamente funzionante.

(P.A.R.   Prezzo a richiesta      –       P.O.D.   Price on demand)

(Scorri la pagina in basso per ulteriori dettagli e informazioni)

 

 

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Descrizione

Scatola in legno, provvista di carillon musicale, che suona quattro canzoni tra cui due testi del ventennio fascista   “Giovinezza” , “Faccetta Nera” , ed ancora “Torna a Surriento” ed una non meglio identificata quarta melodia.

La scatola è realizzata in magnifico intarsio di madreperla, su bois de rose, con splendida lavorazione di un fascio littorio centrale (in madreperla) dai richiami di tricolore italiano, incorniciato in serti di alloro, e foglie di quercia agli angoli, con ulteriori dettagli ornamentali geometrici in madreperla. Bordo del coperchio in lamierino di ottone brunito, con alla base quattro piedini. All’interno della scatola trova alloggio un carillon, che azionato da una carica a molla, e comandato da un pulsantino meccanico , suona quattro differenti motivi. Il primo motivo in cadenza sequenziale, inizia a suonare alla pressione del pulsante frontale; terminata la breve esecuzione, il carillon si ferma, e pigiando di nuovo il pulsante, esso riprende a suonare il secondo motivo in ordine sequenziale. Così fa  lo stesso con il terzo e poi con il quarto motivo. Un primordiale juke-box !  I brani eseguiti dal carillon sono “Giovinezza” , “Faccetta Nera” , “Torna a Surriento” , e purtroppo il quarto motivo risulta al momento non identificato.

Oltre alla magnifica realizzazione esterna, alla preziosità del carillon da 4 motivi, l’interno del coperchio della scatola è decorato a mano, dipinto a tempera, con una dedica importante per un personaggio politico fascista, Lino Domeneghini, squadrista della prima ora dell’area bresciana, sindacalista fascista, di cui più avanti riportiamo una breve biografia. La dedica recita :

Al Camerata On.le Lino Domeneghini . I Sindacati fascisti dell’Industria di Belluno in occasione del 1′ Congresso Provinciale – Belluno 10 Novembre 1929 – VIII

Qui di seguito ci sono 4 brevi filmati, dove è possibile ascoltare il carillon della scatola.

 

Giovinezza

 

Faccetta Nera

 

Torna a Surriento

 

 

Ad accompagnare la splendida scatola musicale (con carillon fascista “Giovinezza” e “Faccetta Nera”) abbiamo una foto commemorativa del Domeneghini, in cornice d’epoca, ed un suo ritratto a carboncino realizzato da un illustratore dell’epoca, originale. Dimensioni dei due oggetti, approssimativamente cm. 35 x 25

 

MATERIALE     :  Legno, intarsi in madreperla

MISURE             :  Base cm. 22,5 x 13   Altezza cm.8

MARCHIO         :  –

NOTIZIE

 

DOMENEGHINI Lino Vitale

(Carcina, 15 marzo 1899 – Torino, 18 maggio 1931). Studente a Cremona, partecipò a dimostrazioni interventiste. Giovanissimo, nel 1916 si arruolava volontario in guerra e destinato ad un reggimento di fanteria a Lodi, da dove fuggiva per correre in prima linea. Dopo aver frequentato un corso ufficiali combattè al Monte Cucco, nel Kobilek a Zagora, dove, ferito, si guadagnava una medaglia d’argento. Catturato dagli austriaci al passo di Zagradan, nell’ottobre 1917 tentò di fuggire, ma venne preso ed internato in una fortezza del Baltico. Anche da qui tentò di nuovo di fuggire, riuscendovi al terzo tentativo. Raggiunta l’Italia nel 1919 fu nominato comandante di un campo di prigionia che abbandonava per partire, nella primavera, volontario in Libia. Dopo alcuni mesi veniva nominato Segretario capo del Tribunale di Tripoli.

Rimpatriato agli inizi del 1922, si buttò decisamente nell’attività fascista. Fu comandante delle squadre d’azione del Bresciano, della Coorte della Milizia della Bassa Bresciana e infine della “Disperata”. Diresse azioni squadristiche contro il circolo di Fiumicello. In breve divenne collaboratore diretto di Augusto Turati. Nel 1923 diresse i sindacati dei lavoratori agricoli fascisti del Bresciano. Il 23 aprile 1923 venne fatto segno ad un attentato. Il 20 febbraio 1924 subì in Corte d’assise un processo per omicidio, dal quale venne assolto, fra viva sorpresa, per legittima difesa. Venne poi denunciato per violazione di domicilio, lesioni personali a danno dell’on. Viotto, per violenza privata, lesioni e minacce, duello, ecc.

Nel 1925 fu funzionario del Sindacato provinciale agricoltori fascisti e nel 1927 Ispettore della Federazione provinciale bresciana delle corporazioni sindacali. Nello stesso anno veniva nominato Segretario generale dell’Ufficio provinciale del Sindacato fascista di Grosseto e, nell’aprile 1928, commissario straordinario dell’ufficio provinciale di Parma. Nel 1929 divenne ispettore nazionale de Sindacati industria. Nello stesso anno fu a Trieste Segretario del Sindacato dell’industria, commercio e agricoltura. Il 7 settembre veniva fatto segno, in corso Vittorio Emanuele a Trieste, ad un attentato e venne ferito leggermente da quattro colpi di rivoltella. Nello stesso 1929 veniva eletto deputato al Parlamento. Aveva tentato anche il teatro e nel 1927 aveva scritto un testo teatrale “Morire per vivere” rappresentato dal Teatro sperimentale “La Perseveranza”.

 

Fonti  Wikipedia  , Enciclopedia Bresciana

2.20

Informazioni aggiuntive

Peso,5 kg
Dimensioni20 × 20 × 20 cm

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