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❌🙁Keppy GUARDIA NAZIONALE 1860 Kepi Regno di Sardegna

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Keppy per milite della GUARDIA NAZIONALE modello 1860 . Berretto regolamentare dalla struttura in cartone rigido, a taglio spiovente posteriore, con visiera rigida, completo di sottogola cucito in pelle nera profilato di rosso. Profilature in filo di lana rosso, (leggermente scarico il colore originale)

Fregio in metallo stampato recante  GN  per Guardia NazionaleCoccarda tricolore di forma circolare – cappio – nappina di colore rosso. Viene fornito anche il pennacchio di crine nero, da apporsi in cima alla nappina rossa.

Buone condizioni generali, completo, ma con segni del tempo.Taglia circa 57

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Descrizione

Keppy per milite della GUARDIA NAZIONALE modello 1860 . Berretto regolamentare con visiera rigida, completo di sottogola cucito in pelle nera profilato di rosso, con fibbietta in metallo e relativo passante, fermato ai lati del berretto da due bottoncini semisferici in metallo. Corpo dalla struttura in cartone rigido, a taglio spiovente posteriore, rivestito in feltro per tutta la fascia laterale, con copertura in pelle nera al piatto e con fascia a formare il tamburo della stessa pelle cucita a mano. Profilature in filo di lana rosso, intorno al piatto e su tre file trasversali ai lati destro e sinistro, ed alla nuca. Le profilature in filo rosso hanno leggermente perso la carica del colore originale, essendo state sbiadite dal tempo, ma comunque sono presenti a testimoniare l’originalità del presente manufatto, anche dopo 150 anni di vita !

All’interno, ancora in perfette condizioni, abbiamo sia l’alluda in pelle lungo tutta la circonferenza del tamburo, e la fodera in stoffa leggera con il suo laccetto di chiusura. Sono visibili i punti di filo di cotone, originali dell’epoca, messi a fermare saldamente la fodera al corpo del keppy.

Completa il keppy la mostreggiatura frontale, con il fregio in metallo stampato recante le lettere  GN  per Guardia Nazionale , la coccarda tricolore di forma circolare, ed il cappio in metallo stampato. Troviamo ancora la relativa nappina di colore rosso, propriamente infilata nel cappio per mezzo dello spinotto ad “u” di metallo. Viene fornito anche il pennacchio di crine nero, da apporsi in cima alla nappina rossa.

Il Keppy si presenta in buone condizioni generali, completo, ma con segni del tempo : il rivestimento laterale ha subito delle modeste perdite, che tuttavia non inficiano sulla fruibilità del berretto stesso.

Keppy Guardia Nazionale per truppa modello 1860 (in alto) e per ufficiale modello 1860 (in basso)

Tavola con militi in uniforme e Keppy della GUARDIA NAZIONALE, 1860

 

MATERIALE       :  berretto in stoffa con visiera rigida e parti in metallo

MISURE             :  taglia circa 56

PRODUTTORE   :  –

 

   

Ragazzo in uniforme 1860, materiale tratto dal volume LA GUARDIA NAZIONALE 1861-1876  S.M.E.

NOTIZIE

La Guardia nazionale italiana fu un Corpo militare del Regno d’Italia, inquadrato nel regio esercito italiano.

Creata subito dopo l’unità d’Italia, venne concepita per contrastare e reprimere il brigantaggio postunitario italiano e fu utilizzata, anche durante la terza guerra d’Indipendenza italiana; dopo un tentativo di riorganizzazione nel 1875 venne sciolta definitivamente nel 1876. Da essa sorsero la milizia territoriale e la milizia comunale.

Storia

La costituzione

Già prima dell’unità d’Italia, verso la fine del XVIII secolo erano sorte varie milizie, denominate Guardia nazionale, in ogni stato italiano preunitario (a Bologna nel 1797 , a Napoli nel 1806, nello Stato Pontificio nel 1831, in Toscana nel 1847) al fine di creare un “esercito del popolo” che desse man forte in caso di necessità al nucleo originario dell’esercito regolare, sul modello della guardia nazionale francese. Il 4 marzo 1848 anche lo stato sabaudo istituì con legge il corpo della “Guardia Nazionale”, come milizia volontaria, corpo che fu riordinato con legge il 27 febbraio 1859.

Durante la spedizione dei Mille il 22 ottobre 1860 un decreto, emanato nel periodo della dittatura di Garibaldi in Sicilia, trasferì la Milizia nazionale siciliana, costituita il 14 maggio 1860, con comandante Nicolò Turrisi Colonna, nella Guardia nazionale, cosa già avvenuta il 13 ottobre per le province toscane, con regio decreto di Vittorio Emanuele II. Lo stesso Garibaldi con un decreto del 17 settembre 1860, escluse dalla Guardia Nazionale borbonica, istituita solo il 5 luglio 1860, i filo-borbonici.

Dopo la proclamazione del Regno d’Italia, vista l’impossibilità dell’esercito sabaudo di presidiare tutto il mezzogiorno d’Italia e la necessità di creare un nuovo esercito nazionale, si decise che la Guardia nazionale avrebbe avuto una codificazione unica, con la legge del 4 agosto 1861, n. 143, con una disponibilità iniziale di 220 battaglioni.

Il contrasto al brigantaggio (1861 – 1865)

Dipinto anonimo dell’epoca, apologetico dell’eroismo della Guardia Nazionale contro il brigantaggio postunitario: una donna con il tricolore stretto al corpo, in segno di lutto, mostra un ufficiale della Guardia Nazionale ucciso in combattimento; sul lato sinistro si scorge la parete di una casa in fiamme, alle spalle si muove un altro militare, sullo sfondo un paesaggio montuoso appenninico coperto di boschi, al cui limitare vi sono tre figure (probabilmente briganti) che osservano la scena

Primo compito di questa milizia, che presto crebbe a dismisura grazie all’introduzione del servizio militare obbligatorio in Italia, fu il combattere il brigantaggio postunitario nel mezzogiorno d’Italia. Il fatto che le sue unità fossero composte da “locali” secondo il neonato governo italiano poteva essere un vantaggio: i briganti sarebbero stati arrestati dalla loro stessa gente e la popolazione avrebbe collaborato con i propri concittadini invece che con truppe esterne.

La riforma e lo scioglimento (1866-1876)

Il primo compito operativo nel nord Italia avvenne allo scoppio della terza guerra d’indipendenza italiana nel 1866, tuttavia durante il conflitto il corpo diede pessima prova di sé: delle 36.000 guardie nazionali chiamate alle armi per costituire 62 battaglioni, soltanto 25.000 si presentarono.

I tentativi di rivitalizzare l’istituzione inserendo in essa ufficiali della riserva dell’esercito professionale fallirono, e le successive riforme e i disegni di legge diretti al suo scioglimento iniziarono sin dal 1872 (in particolare riforma Ricotti) fino al suo scioglimento ufficiale con legge 11 luglio 1876 n. 160, che istituiva la milizia territoriale e quella comunale, all’interno del “Regio Esercito”.

Bilancio operativo

Come forza di sicurezza interna i suoi metodi furono generalmente estremamente efficaci – sebbene spesso duri – nel loro scopo primario di reprimere e poi debellare definitivamente il fenomeno del brigantaggio meridionale. Essa proseguì e completò da sola l’opera già condotta per un decennio nel mezzogiorno d’Italia dal regio esercito italiano, al cui fianco essa aveva operato in ugual misura per tutto il periodo.

Bibl.: Regolamento della Guardia civica dello Stato Pontificio, Roma 1847; A. Andreozzi, Della Guardia nazionale in Toscana, Firenze 1847; G. Novi, Manuale per l’istruzione della Guardia nazionale, Napoli 1848; Manuale della Milizia nazionale, Torino 1849; Raccolta di leggi, decreti, regolamenti ed istruzioni riguardanti la Guardia nazionale dal 4 marzo 1848 al 2 maggio 1861, Napoli 1862; G. Molli, Manuale del milite nazionale, ossia il codice della Guardia nazionale, Milano 1865.

 

Fonti Wikipedia 

 

4.20

Informazioni aggiuntive

Peso1 kg
Dimensioni35 × 35 × 35 cm

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