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❌🙁Feluca Generale Corpo d’Armata – ’34 Regio Esercito

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Feluca per Generale di Corpo d’Armata del Regio Esercito, in scatola originale, tutto marcato Unione Militare.

In buono stato, assolutamente originale dell’epoca, completa dei tortiglioni in canutiglia argentata, delle piume di struzzo lungo tutto l’arco superiore del copricapo, della greca realizzata in canutiglia argentata, e delle due stellette inframezzate da corona sabauda ad indicare il grado di Generale di Corpo d’Armata. Appartenuta al Generale De Benedetti Giovanni Antonio.

Con bella patina del tempo, leggera consunzione del pelo che riveste il corpo della feluca

Taglia approssimativa 58

 

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Descrizione

Feluca per Generale di Corpo d’Armata del Regio Esercito, regolamento/modello 34 , marcata Unione Militare.  In buono stato, assolutamente originale dell’epoca, completa dei peculiari tortiglioni in canutiglia argentata alle due punte estreme della feluca, e delle piume di struzzo lungo tutto l’arco superiore del copricapo. Piumaggio ancora folto e solido, in ottimo stato. La greca realizzata in canutiglia argentata, percorre il perimetro superiore della feluca su entrambi i lati, ed al centro del lato sinistro troviamo due stellette inframezzate da una corona sabauda anch’esse in canutiglia argentata, ad indicare il grado di Generale di Corpo d’Armata. Con bella patina del tempo, notiamo una leggera consunzione del pelo che riveste il corpo della feluca. La feluca è completa della sua scatola originale, marcata UNIONE MILITARE . Taglia approssimativa 58.

La feluca da Generale di Corpo d’Armata in oggetto è appartenuta al Generale De Benedetti Giovanni Antonio, come notato dal nome appuntato a matita al retro della scatola, e formava parte del corredo uniformologico rinvenuto in Roma diversi anni orsono.

Il De Benedetti durante l’anno 1933 ricoprì il ruolo di Comandante della 9° Brigata di Fanteria e successivamente quello di Comandante generale della 31° Divisione di Fanteria.
Il passaggio di grado è legato alla sua carriera come capo di servizio del Genio Militare per la Marina, avendone ricoperto i ruoli di:

  • Direttore Centrale dal 16.04.1936 al 30.04.1936 (Generale di Divisione)
  • Direttore Generale dal 01.05.1936 al 01.05.1939 (Generale di Corpo d’Armata) prima della promozione a Generale di Corpo d’Armata, avvenuta il 1 Gennaio 1936

 

NOTIZIE

 

   

Ufficiali Generali delle forze armate del Regno d’Italia 1933-1946

 

Flag of Italy (1860).svg

   Regio Esercito

                   Rank insignia of primo maresciallo dell'impero of the Italian Army (1940).png
primo maresciallo dell’Impero

                  Rank insignia of generale d'armata of the Italian Army (1940).png
generale d’armata

Rank insignia of generale designato d'armata of the Italian Army (1940).png
generale designato d’armata

Rank insignia of generale di corpo d'armata of the Italian Army (1940).png
generale di corpo d’armata, grado come nella feluca
tenente generale

Rank insignia of generale di divisione of the Italian Army (1940).png
generale di divisione
maggior generale

(a cui corrisponde il grado del berretto nero da generale di divisione, qui proposto in vendita)

 

Rank insignia of generale di brigata of the Italian Army (1940).png
Generale di brigata
brigadier generale

I gradi degli Ufficiali Generali subirono sostanziali modifiche nel corso degli anni.
La Grande Guerra comportò per il Regio Esercito un continuo cambiamento delle gerarchie e dei distintivi di grado. Per ridurre la visibilità degli ufficiali al fronte vennero abolite ad esempio la sciarpa azzurra, la sciabola e altre vistose insegne. I gradi vennero definitivamente rimossi dalle controspalline e fissati sui paramano delle divise, in via sperimentale con le stellette allineate orizzontalmente oppure posti addirittura sul retro del paramano, cioè visibili soltanto di spalle. Restarono in questa posizione fino al 1934.
Per distinguere meglio gli incarichi di comando, gli Ufficiali Generali passarono da tre gradi gerarchici a otto. Le stellette erano sempre d’oro, il nastro in tessuto era d’argento su stoffa inizialmente grigio-verde, dal 1918 diventata rossa.
La massima suddivisione si ebbe nel 1918 quando il grado di colonnello in comando di brigata viene trasformato in brigadier generale ed inserito nella categoria degli ufficiali generali; nascono altresì i gradi di maggior generale in comando di divisione, tenente generale in comando d’armata e tenente generale capo di stato maggiore dell’esercito.
Alcune prime modifiche all’abbigliamento dei soldati cominciarono ad arrivare negli anni venti, ma un grande cambiamento ci sarà solo nel 1933 con la cosiddetta “Riforma Baistrocchi” che introduce, tra le altre cose, l’abito “borghese”, camicia con collo floscio, “metallerie” esclusivamente dorate e nuove insegne di grado per gli ufficiali.

Le insegne di grado, pur rimanendo sulle maniche, si uniformano nel disegno generale alla marina ed all’aeronautica, non a caso le stellette vengono sostituite da galloni, filetti e greche.
Le stellette però rimangono in vigore per i cappelli a bustina e successivamente per il basco e per le tenute coloniali. Le controspalline degli ufficiali e dei marescialli erano bordate con del filo colorato a seconda della specialità di appartenenza: scarlatto per fanteria e carabinieri, bianco per la cavalleria, giallo-arancio per l’artiglieria, cremisi per il genio militare, viola per il commissariato, celeste per gli automobilisti e blu per l’amministrazione.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale e l’autarchia voluta dal fascismo comportarono peraltro un’austerità nelle divise militari. I galloni degli ufficiali si rimpiccioliscono notevolmente, spostandosi a pochi centimetri dal bordo inferiore delle manopole per ridurne la visibilità agli occhi del nemico. Dopo il proclama Badoglio dell’8 settembre 1943 l’Esercito Nazionale Repubblicano adotta propri gradi mentre rimangono immutati per il Corpo Italiano di Liberazione prima e per i Gruppi di Combattimento poi, eccezion fatta per gli ufficiali che si vedranno trasferite, tra la fine del 1944 e l’inizio del 1945, le insegne di grado nelle controspalline. Questo cambiamento venne effettuato per uniformare le divise italiane a quelle Alleate. Gli ufficiali generali portavano le stellette d’oro su di una controspallina in tessuto d’argento; gli ufficiali superiori, da maggiore a colonnello, portavano la controspallina guarnita da un bordo d’oro; gli ufficiali inferiori avevano una nuova disposizione delle stellette, ora centrate rispetto alla controspallina. Nessuna novità invece per i sottufficiali, che già avevano le insegne di grado sulle controspalline o sugli avambracci. I sergenti ed i graduati di truppa portavano i gradi sugli avambracci in posizione intermedia tra spalla ed il gomito.
Gli Ufficiali Generali, ritornati a tre livelli dopo la prima guerra mondiale, all’avvento della seconda guerra mondiale erano sei. Il disegno veniva portato al di sopra delle manopole della divisa ed era composto da un tratto di greca e un numero di “filetti” corrispondenti al numero delle stellette; il filetto più in alto componeva un ovale simile al “giro di bitta” dei marinai della Regia Marina.
Dopo la proclamazione dell’Impero nel 1936, nel 1938 sorse, per il Re e per il Capo del Governo (Benito Mussolini), il grado di “Primo Maresciallo dell’Impero”, contraddistinto da una doppia greca sormontata da un’aquila romana.

Riforma Baistrocchi

Nel luglio 1933 Mussolini assunse anche il Ministero della Guerra, e Baistrocchi assunse l’incarico di Sottosegretario di Stato, con l’obiettivo di iniziare un “programma di ammodernamento delle Forze armate” che prevedeva: l’istituzione del premilitare e postmilitare, ammodernamento e meccanizzazione, la creazione delle divisioni celeri e dei reparti autotrasportati, l’ammodernamento delle artiglierie e delle armi individuali. Tuttavia questo programma, forse troppo ambizioso, fu attuato solo in parte. Il 14 novembre 1933 emanò la cosiddetta “Riforma Baistrocchi”, su uniformi, gradi ed equipaggiamento del Regio Esercito, della Milizia e dei Reali Carabinieri. Durante la guerra d’Etiopia favorì la costituzione di divisioni di camicie nere, comandate però da ufficiali dell’esercito. Ricoprì l’incarico di Sottosegretario di stato fino all’ottobre 1936.Dalla riforma Baistrocchi, voluta dal generale Federico Baistrocchi  (Napoli, 9 giugno 1871 – Roma, 31 maggio 1947), di cui evidenziamo alcuni fatti : nell’ottobre 1922, in prossimità della marcia su Roma, assicurò a Mussolini che la piazza di Napoli, del quale era comandante, non sarebbe intervenuta contro di lui durante l’adunata fascista nella città partenopea. Nel 1924 venne eletto alla Camera dei deputati nella XXVII legislatura per il PNF (primo eletto) in Campania, e confermato nel 1929 nella XXVIII legislatura e nel 1934 nella XXIX. Nel 1926 fu promosso generale di divisione e quando nel 1931 divenne generale di corpo d’armata, fu inviato a Verona per assumere il comando del Corpo d’armata ivi stanziato.

Già Segretario dell’Ordine militare di Savoia, fu anche Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito dal 1º ottobre 1934 al 7 ottobre 1936. Il 23 maggio 1936 raggiunse il grado di generale d’armata. Il 7 ottobre 1937 gli fu concesso con Regio Decreto il titolo di “Conte”.

Il 25 marzo 1939 fu nominato senatore del Regno d’Italia. Nel 1944 fu collocato in riserva per raggiunti limiti d’età. Il 18 aprile 1945 fu arrestato con l’accusa di fascistizzazione dell’esercito per l’inserimento della Milizia Fascista: processato al tribunale militare di Roma, fu assolto con formula piena nel settembre 1946. Morì il 31 maggio dell’anno successivo.

 

Per approfondimenti  , fonti Wikipedia

 

8.20

Informazioni aggiuntive

Peso2 kg
Dimensioni60 × 10 × 75 cm

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