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❌🙁ENZO FERRARI dedica autografo – Libro “FERRARI 80”

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Volume originale “FERRARI 80″ con dedica ed autografo originali, scritti di pugno da ENZO FERRARI , ad un sindacalista degli anni ’70-’80

Ottime condizioni. Terza edizione fuori commercio.

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Descrizione

Volume originale “FERRARI 80″ con dedica ed autografo originali (scritti di pugno) da ENZO FERRARI , ad un sindacalista degli anni ’70-’80

La famosa autobiografia in cui Enzo Ferrari racconta se stesso e le sue vetture. Il libro è in ottime condizioni. Terza edizione fuori commercio.

 

AUTORE ………………………….:  Enzo Ferrari

ANNO DI PUBBLICAZIONE ……..:  1981

MISURE …………………………..:  cm. 25 x 18

EDITORE …………………………:  ARBE Officine grafiche Modena

NUMERO DI PAGINE …………….:  2 – 242

 

 

 

NOTIZIE

Enzo Anselmo Giuseppe Maria Ferrari noto come Enzo Ferrari (Modena, 20 febbraio 1898 – Modena, 14 agosto 1988) è stato un imprenditore, dirigente sportivo e pilota automobilistico italiano, fondatore della omonima casa automobilistica, la cui sezione sportiva, la Scuderia Ferrari, conquistò in Formula 1, con lui ancora in vita, 9 campionati del mondo piloti e 8 campionati del mondo costruttori

Infanzia e giovinezza

Il padre, Alfredo Ferrari (1859-1915), era originario di Carpi (in provincia di Modena), mentre la madre, Adalgisa Bisbini (1872-1925), era nata a Marano sul Panaro (in provincia di Modena). La famiglia viveva in via Paolo Ferrari 85, nella casa adiacente all’officina di carpenteria meccanica fondata da Alfredo, che lavorava per le vicine ferrovie; il complesso abitativo, unitamente a una nuova galleria espositiva, è attualmente sede del museo Enzo Ferrari.

A differenza del fratello maggiore Alfredo Junior, detto Dino (1896-1916), Enzo aveva un rendimento scolastico piuttosto scarso e allo studio preferiva di gran lunga lavorare nell’officina del padre (ne fu un esempio la partecipazione alla realizzazione della pensilina della stazione di Giulianova nel 1914), che l’avrebbe voluto ingegnere, sognando invece di poter concretare una delle sue passioni adolescenziali. Infatti avrebbe voluto divenire tenore d’operetta o giornalista sportivo o pilota automobilistico. Compì le prime esperienze di guida sulla Diatto di famiglia e il 16 novembre 1914 riuscì a far pubblicare il suo resoconto della partita di calcio Modena-Inter sulla Gazzetta dello Sport.

Nel 1915 il padre morì a causa di una polmonite e, l’anno seguente, morì anche il fratello Dino, partito come volontario allo scoppio della Grande Guerra. In attesa di essere chiamato alle armi, grazie alla sua conoscenza delle macchine utensili l’allora diciottenne Enzo trovò impiego, in qualità di istruttore, presso l’Officina Pompieri di Modena, dove si tenevano corsi per la preparazione di operai da utilizzare nelle industrie ausiliarie. Nel 1917 venne arruolato nel Regio Esercito e assegnato al 3º Reggimento d’artiglieria alpina, ma nello stesso anno fu congedato a causa di una pleurite.

L’attività lavorativa

Ripresosi dalla malattia, dopo un lungo ricovero nella sezione “incurabili” del nosocomio bolognese, con una lettera di raccomandazione datagli dal comandante del suo corpo, Enzo Ferrari raggiunse Torino e chiese di essere assunto presso la FIAT, ottenendo un cortese diniego dal direttore del personale Diego Soria.

«Era l’inverno 1918-1919, rigidissimo, lo ricordo con grande pena. Mi ritrovai per strada, i vestiti mi si gelavano addosso. Attraversando il Parco del Valentino, dopo aver spazzato la neve con la mano, mi lasciai cadere su una panchina. Ero solo, mio padre e mio fratello non c’erano più. Lo sconforto mi vinse e piansi.»
(Enzo Ferrari, al rifiuto di assunzione in FIAT)

A rincuorarlo e motivarlo a rimanere nel capoluogo piemontese fu l’incontro, avvenuto alla stazione di Porta Nuova, con la diciannovenne sartina Laura Garello, originaria di Racconigi, con la quale si fidanzò.

Dopo un breve pellegrinaggio tra le molte aziende metalmeccaniche torinesi, trovò occupazione nella Carrozzeria Giovannoni, specializzata nel recupero di autocarri leggeri del tipo Lancia Zeta-12/15HP o Fiat Brevetti, dismessi dall’uso bellico. Demolite le carrozzerie, gli autotelai venivano ricondizionati e consegnati alla Carrozzeria Italo-Argentina di Milano, che provvedeva a trasformarli in torpedo o coupé de ville di lusso. Compito del giovane Ferrari, oltre al lavoro d’officina, era quello di collaudare gli autotelai ricondizionati e consegnarli alla committente nel capoluogo lombardo. Divenne così un provetto guidatore. La domanda di autotelai recuperati, però, si affievolì in pochi mesi, man mano che le case automobilistiche venivano progressivamente riconvertite alla produzione civile, lasciando intravedere a Ferrari la non lontana disoccupazione.

Fu durante una delle sue trasferte a Milano che, alla fine del 1919, trovò occupazione in una piccola impresa meccanica milanese, la CMN, della quale era socio l’amico Ugo Sivocci, conosciuto casualmente da Ferrari nel Bar Vittorio Emanuele di via Orefici. Sivocci prese a cuore la situazione di quel ragazzo squattrinato, ingaggiandolo come assistente al collaudo. La prima competizione importante cui Ferrari partecipò fu la X Targa Florio, ma con scarso successo. La sua CMN 15/20HP, infatti, fu attorniata da dimostranti durante una manifestazione politica e Ferrari riuscì a raggiungere Palermo solo quando i cronometristi avevano ormai abbandonate le loro postazioni.

 

Targa Florio 1922, Ferrari 16e (Alfa-Romeo ES)

 

Nel 1920 cominciò a correre con l’Alfa Romeo, che all’epoca era un club per Gentlemen Driver. Normalizzata la sua condizione economica, decise di accasarsi con Laura che sposò a Torino il 28 aprile 1923. Nello stesso anno Ferrari vinse la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio (Savio è una frazione di Ravenna). Secondo quanto narrato da Enzo Ferrari, fu in quell’occasione che la madre di Francesco Baracca, contessa Paolina Biancoli, gli consegnò il simbolo che l’aviatore portava sulla carlinga, un cavallino rampante, e gli disse: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna». A partire dal 1932 questo simbolo apparve sulla carrozzeria delle vetture utilizzate dalla Scuderia Ferrari. Nel 1924 fu insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona del Regno d’Italia.

Nel 1924 Enzo Ferrari partecipò alla fondazione del giornale sportivo bolognese «Corriere dello Sport». Ferrari rimase consigliere delegato della società editrice fino al 1926, anno del suo disimpegno dall’editoria. Nello stesso anno vinse la coppa Acerbo a Pescara e, alla fine della stagione sportiva, il pilota dovette troncare ogni attività agonistica a causa di un forte esaurimento nervoso, che lo costrinse a ritornare a Modena per lunghe cure. A coronamento della sua carriera sportiva, gli furono conferite le onorificenze di Cavaliere Ufficiale e Commendatore della Corona. Nel 1929, completamente rimessosi, venne richiamato a Milano per fondare una squadra corse, collegata all’Alfa Romeo e destinata a diventare celebre come Scuderia Ferrari.

Ferrari convinse il grande progettista Vittorio Jano a lasciare la FIAT e approdare alla Scuderia Ferrari, inseguendo con lui i suoi sogni; allora Enzo gestiva lo sviluppo delle vetture Alfa e costruì un team di oltre 40 piloti, tra cui Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Tazio Nuvolari. Ferrari stesso continuò a correre fino alla nascita, nel 1932, del figlio Dino.

La nascita della Ferrari

La crisi economica nel 1933 portò l’Alfa Romeo a ritirarsi fino al 1937; poco dopo Ferrari si ritirò e creò l’Auto Avio Costruzioni (AAC) con sede a Modena. A causa della guerra, per paura dei bombardamenti, nel 1943 Enzo Ferrari trasferì l’AAC nel suo nuovo stabilimento di Maranello. Dopo la guerra Ferrari creò “La Scuderia Ferrari”, la sezione sportiva della casa automobilistica Ferrari, che era esistente fin dal 1930 ma che fu costituita in ragione sociale dal 1947, e che è attualmente la più nota squadra del mondo automobilistico sportivo.

La prima gara disputata nel campionato mondiale fu il Gran Premio di Monaco, il 21 maggio del 1950, mentre la prima vittoria in F1 fu il Gran Premio di Gran Bretagna del 1951 con José Froilán González, sbaragliando lo squadrone Alfa Romeo. Fu la vittoria che segnò il declino dell’Alfa Romeo nel mondo della F1 (che pur vincendo il mondiale 1951 decise di ritirarsi per questioni economiche senza portare in gara il rivoluzionario progetto 160) e, contemporaneamente, l’ascesa sportiva della Ferrari, causando al Drake un conflitto di sentimenti, verso la vecchia casa milanese alla quale doveva ogni sua fama e conoscenza in campo automobilistico.

Il primo titolo mondiale di F1 giunse nel 1952 con Alberto Ascari (l’Alfa Romeo si era ritirata alla fine del 1951 per concentrare i propri sforzi sulla produzione di auto stradali). La “Scuderia Ferrari” è attiva nel campionato del mondo di Formula 1 fin dalla sua istituzione, e ne ha vinto 15 volte il titolo piloti e 16 volte quello costruttori.

La conversione di Ferrari pilota e direttore di scuderia sportiva in industriale dell’automobile fu stimolata dall’amicizia-competizione con Adolfo Orsi, proprietario della Maserati, e soprattutto con Vittorio Stanguellini, il modenese che alla fine degli anni quaranta dominava i circuiti del mondo con le auto FIAT abilmente modificate. Testimonianze modenesi attestano che Ferrari si sarebbe avvalso dell’esperienza delle officine di Stanguellini usufruendo anche di tecnici dell’amico-avversario.

Ferrari fu insignito di molti titoli, ma quello di cui più si vantava era quello di “ingegnere meccanico”, datogli ad honorem nel 1960 dall’Università di Bologna. Inoltre, nel 1988 gli fu conferita anche la laurea honoris causa in Fisica dall’Università di Modena e Reggio Emilia.

Nel giugno del 1988 papa Giovanni Paolo II si recò in visita agli stabilimenti di Maranello per incontrarlo. Ferrari però era già troppo malato, i due così ebbero solo una conversazione telefonica, con grande dispiacere di Ferrari che desiderava quell’incontro da tempo. Enzo Ferrari morì il 14 agosto 1988 all’età di novant’anni. La notizia della sua morte, seguendo le sue volontà, fu divulgata solo a esequie avvenute. Il funerale si svolse in forma strettamente privata, senza corteo e alla presenza dei soli amici e parenti intimi. Ferrari è stato tumulato nel cimitero di San Cataldo, a Modena, accanto alla tomba del figlio Dino.

Poco meno di un mese dopo, al Gran Premio d’Italia di Formula 1 a Monza, Gerhard Berger e Michele Alboreto con le due Ferrari si piazzarono al primo e al secondo posto. La vittoria fu dedicata alla memoria del Drake.

Domenico Trucchi

Domenico Trucchi cominciò la sua carriera sindacale nella commissione interna della Piaggio di Finale Ligure. Frequentato il ”corso lungo” presso il centro studi della Cisl di Firenze nel 1969 e successivamente  ricoperto l’incarico di segretario generale della Cisl di Savona e di segretario generale della Flerica-Cisl fino al 1985, nel dicembre dello stesso anno venne eletto Segretario confederale della Cisl, nella quale è stato responsabile del dipartimento dei servizi e dal 1989 responsabile del dipartimento del Pubblico Impiego. Dopo aver lasciato il sindacato fu anche dirigente delle ferrovie dello stato.

 

Fonti  Wikipedia  al quale si rimanda per ulteriori approfondimenti essendo l’argomento molto ampio

8.20

Informazioni aggiuntive

Peso1 kg
Dimensioni40 × 40 × 20 cm

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