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❌🙁edmondo de amicis autografo – Cartolina 1901 – Libro Cuore

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Edmondo de Amicis , autografo e dedica su cartolina viaggiata Avellino, con autografo originale, ,”Edmondo de Amicis – Torino – 21 Febbraio 1901 “.  Ottime condizioni. Misure della cartolina circa cm.15 x 10

(Note : il nome della destinataria della missiva è cancellato con del rosso solo nella forma digitale)

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Descrizione

Edmondo de Amicis , autografo e dedica originali su cartolina viaggiata. Testo scritto di proprio pugno dall’autore del famoso romanzo CUORE. Cartolina indirizzata a nobildonna di Avellino, “Edmondo de Amicis – Torino – 21 Febbraio 1901 “.  Ottime condizioni. Misure della cartolina circa cm.15 x 10

(Note : il nome della destinataria della missiva è cancellato con del rosso solo nella forma digitale)

Notizie

Edmondo De Amicis , Oneglia, 21 ottobre 1846 – Bordighera, 11 marzo 1908, è stato uno scrittore e giornalista italiano, maggiormente conosciuto per essere l’autore del romanzo Cuore, uno dei testi più popolari della letteratura mondiale per ragazzi.

Edmondo de Amicis autografo

Di famiglia benestante, il padre Francesco (1791-1863), d’origine genovese, copriva mansioni di regio banchiere di sali e tabacchi. La madre, Teresa Busseti, faceva parte dell’alta borghesia. Sia la sua casa ligure (poi diventata sede della Guardia di Finanza) che quella di Cuneo (poi diventata caserma militare “Carlo Emanuele” dei bastioni di Stura, con vista Monviso) furono ampie ed eleganti.

Da soldato a giornalista

La sua famiglia si trasferì presto in Piemonte, dapprima a Cuneo, dove il piccolo Edmondo studiò alle scuole primarie, quindi a Torino, dove frequentò il citato Collegio Militare Candellero di Torino, per preparare gli esami di ammissione all’Accademia militare di Modena, che frequentò fino all’estate del 1865, licenziandosi con il grado di sottotenente. Nel 1866 poi, partecipò alla battaglia di Custoza, assistendo alla sconfitta italiana.

Divenne quindi giornalista militare, trasferendosi a Firenze per assumere la direzione de L’Italia militare, organo ufficiale del ministero della guerra, Edmondo de Amicis scrive articoli dal testo autografo. Su questo giornale avviò la pubblicazione dei bozzetti militari, poi editi anche in altri giornali e infine raccolti in volume sotto il titolo La vita militare (1868). In un’edizione successiva, dell’anno seguente, vi aggiunse il bozzetto-reportage “L’esercito italiano durante il colera del 1867”, che molti interpretarono come un documento autobiografico, frutto di un’esperienza direttamente vissuta durante l’epidemia, che colpì soprattutto la Sicilia. Alcuni dizionari biografici e testi di letteratura riportano erroneamente la permanenza di De Amicis in Sicilia nel 1867, mentre invece vi si recò due anni prima, nel 1865, quando fece la sua prima guarnigione militare a Messina, ripartendo con il suo reggimento nell’aprile del 1866 per partecipare alla guerra contro l’Austria. Sull’isola tornerà soltanto nel 1906, su invito del poeta Mario Rapisardi. Il viaggio del De Amicis in Sicilia durante il colera del 1867 fu definitivamente smentito in maniera chiara e incontrovertibile da Piero Meli nel suo articolo autografo Edmondo De Amicis e i fantasmi letterari del colera in Sicilia.

Sempre come giornalista militare, Edmondo De Amicis collaborò poi con il quotidiano La Nazione di Firenze, per il quale scrisse articoli in autografo soprattutto sulla storica presa di Roma del 1870.

Abbandonato l’esercito, viaggiò e scrisse vari diari di viaggio: Spagna (1872), Ricordi di Londra (1873), Olanda (1874), Marocco (1876), Costantinopoli (1878/1879), Ricordi di Parigi (1879). Significativo fu il viaggio in Argentina, raccontato nel romanzo Sull’Oceano e in una serie di bozzetti dedicati agli emigranti italiani, poi raccolti nel volume In America.

Cuore

Cuore, copertina di un’edizione Garzanti

Dal 1884 circa lo scrittore visse stabilmente nel suo alloggio-studio di Torino, presso il palazzo Perini di piazza San Martino 1 – ora piazza XVIII Dicembre – davanti alla storica stazione ferroviaria di Porta Susa, dove ancor oggi una targa lo ricorda. Qui De Amicis scrisse (ispirato dalla vita scolastica dei suoi figli Ugo e Furio) quella che fu considerata la sua più grande opera.

Pubblicato infatti per la prima volta il 17 ottobre 1886 (il primo giorno di scuola di quell’anno) come libro per ragazzi, la casa editrice milanese Treves fece uscire Cuore, una raccolta di episodi ambientati tra dei compagni di una classe elementare di Torino, provenienti da regioni diverse, e costruito come finzione letteraria di un diario di un ipotetico ragazzo, l’io narrante Enrico Bottini. Il romanzo ebbe subito grande successo, tanto che in pochi mesi si superarono quaranta diversi tipi di edizioni e decine di traduzioni in lingue straniere.

Il libro fu di forte carattere educativo-pedagogico (insieme al successo italiano di soli tre anni prima, Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi), molto apprezzato perché ricco di spunti morali attorno ai miti affettivi (da cui il titolo) e patriottici del Risorgimento. Tuttavia, fu ampiamente criticato dai cattolici per l’assenza totale di tradizioni religiose (i bambini di Cuore non festeggiano nemmeno il Natale), specchio politico delle aspre controversie tra il Regno d’Italia e Papa Pio IX dopo la presa di Roma del 1870.

Nel 1889, poi, De Amicis si avvicinò al socialismo, fino ad aderirvi totalmente nel 1896. Questo mutamento d’indirizzo è visibile nelle sue opere successive, in cui presta molta attenzione alle difficili condizioni delle fasce sociali più povere, superando le idee nazionalistiche che avevano animato Cuore. Amico di Turati, collaborò a giornali legati al partito socialista, come la Critica Sociale e La lotta di classe.

La sua iniziazione alla massoneria non viene considerata certa da alcuni storici, mentre altri lo ritengono iniziato alla Loggia Concordiadi Montevideo, presieduta da D. Triani, presumibilmente all’Obbedienza della Gran Loggia dell’Uruguay. Nel 1895, infatti, fu proprio De Amicis a pronunciare il saluto massone al torinese Giovanni Bovio, in occasione della rappresentazione teatrale del dramma San Paolo, a sua volta interpretato da un altro massone, l’attore Giovanni Emanuel. A tal proposito, alcuni critici sostengono che Cuore sia stato un libro di forte ispirazione massonica, dove si sostituiscono il cattolicesimo degli italiani con la religione laica della Patria, la Chiesa con lo Stato, il fedele con il cittadino, i Comandamenti con i Codici, il Vangelo con lo Statuto, i martiri con gli eroi. Dopo il successo di Cuore, seguirono altri libri come il già citato Sull’oceano (1889), che racconta le condizioni dei poverissimi emigranti italiani verso l’America, seguito da Il romanzo di un maestro (1890, da cui è stato tratto nel 1959 lo sceneggiato televisivo omonimo), Amore e ginnastica (1892), da cui è stato tratto il film omonimo, La maestrina degli operai (1895) e La carrozza di tutti (1899), ritratto della città di Torino vista da un tram. A seguire, scrisse ancora, per Il grido del popolo di Torino, numerosi articoli d’ispirazione socialista, raccolti successivamente nel libro Questione sociale (1894).

Ultimi anni

Gli ultimi anni furono rattristati sia dalla morte della madre Teresa, alla quale era molto legato, sia dai continui screzi con la moglie Teresa Boassi, che aveva sposato nel 1875. Si scatenavano spesso tra i due delle accese liti, che contribuirono probabilmente al suicidio del figlio maggiore Furio. Questi si sparò nel 1898 un colpo di pistola presso una panchina del parco del Valentino. L’altro figlio, Ugo, si ritirò nella solitudine delle passeggiate in montagna. Non solo questi eventi funesti portarono lo scrittore a cambiar casa, trasferendosi da piazza San Martino in un piccolo studiolo dell’appena terminata via Pietro Micca (al numero 10) ma, qualche anno dopo, ad allontanarsi definitivamente da Torino.

Nel 1903, in occasione della sua elezione a socio dell’Accademia della Crusca, soggiornò brevemente nella città della sua giovinezza, Firenze. Il Ministro Vittorio Emanuele Orlando lo chiamò,insieme a Fogazzaro, a far parte del Consiglio Superiore dell’Istruzione. Le ultime sue opere furono L’idioma gentile (1905), quindi Ricordi d’un viaggio in Sicilia e Nuovi ritratti letterari e artistici (questi ultimi due poco prima di morire).

Nel 1908, durante un soggiorno a Bordighera, fu colpito da un’emorragia cerebrale e morì in una camera dell’allora hotel Regina, albergo scelto dallo scrittore perché vi aveva abitato pochi anni prima il poeta George MacDonald, che proprio lì aveva fondato il centro culturale letterario Casa Coraggio; l’edificio si trova in via Vittorio Veneto 34, dove due targhe commemorative li ricordano entrambi. Secondo le sue ultime volontà, il suo corpo fu immediatamente traslato e tumulato presso la tomba di famiglia, nel Cimitero monumentale di Torino.

 

Fonti di approfondimento usate  Wikipedia. Considerata la vastità dell’argomento si rimanda alle notizie consultabili sullo stesso Wikipedia.

 

9.19

Informazioni aggiuntive

Peso,5 kg
Dimensioni30 × 20 × 5 cm

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