Descrizione
Medaglia commemorativa per la COPPA SCHNEIDER ( Schneider cup aviation trophy) trofeo internazionale di Aviazione, per l’edizione del 1926 , quando il nostro pilota della Regia Aeronautica , Maggiore MARIO DE BERNARDI, si aggiudicò il trofeo. Questa medaglia fu preparata dall’ Aereo Club d’Italia , che partecipava alla Coppa Schneider come gli altri Aero Club mondiali, per essere distribuita ai soci del Club e non ultimo per essere omaggiata al loro rappresentante Mario De Bernardi.
Al recto la medaglia propone nella metà superiore, il simbolo dell’ Aereo Club d’Italia, con un’aquila in volo ad ali spiegate che tiene nel becco il labaro dell’associazione a sormontare la dicitura escussa AERO CLUB D’ITALIA , e nella metà inferiore un cartiglio riporta incisa la frase AL MAGGIORE MARIO DE BERNARDI 13 NOV. 1926
Al verso troviamo una seconda incisione, che recita COPPA SCHNEIDER – NORFOLK – 1926
Medaglia ed incisioni eseguite d’epoca, coeva all’evento.
La medaglia non è portativa, realizzata in bronzo, ha una bella patina del tempo.
MATERIALE : Bronzo
MISURE : mm.45 diametro
MARCHIO : –
NOTIZIE
La Coppa Schneider fu una competizione per idrovolanti istituita nel 1911 per incoraggiare il progresso tecnologico, soprattutto in campo motoristico, nell’aviazione civile, ma divenne ben presto una gara di pura velocità su circuito triangolare inizialmente di 280 e poi di 350 km. La prima edizione risale al 1913, ma divenne popolare soprattutto negli anni venti e i primi anni trenta: alcune corse attirarono folle di oltre 200.000 persone.
La storia
Se un aeroclub avesse vinto 3 gare in 5 anni, oppure 3 gare di fila, avrebbe tenuto la coppa e il pilota vincente avrebbe ricevuto 75 000 franchi. Ogni gara era organizzata dal vincitore di quella precedente ed era supervisionata dalla Federazione Aeronautica Internazionale e dell’aeroclub organizzatore. Ogni club poteva partecipare alla gara con 3 squadre e con altrettanti sostituti. Dopo il 1921 fu aggiunta una nuova regola: l’idrovolante vincitore doveva rimanere ancorato ad una boa per 6 ore senza interventi umani.
Il Sopwith Schneider , 1914, Howard Pixton
Dopo la guerra, la gara fu disputata il 10 settembre 1919 a Bournemouth: fu vinta dal team italiano ma fu successivamente annullata perché a causa della nebbia il pilota virò ogni volta intorno a una boa non regolamentare. A nulla servirono gli energici ricorsi italiani, che contestavano soprattutto le carenze organizzative, alla F.A.I.
La gara venne quindi rinviata l’anno successivo, il 21 settembre 1920, a Venezia: vinsero gli italiani che praticamente erano gli unici partecipanti a causa di ritardi nella realizzazione delle macchine dei concorrenti. Il 7 agosto 1921, sempre a Venezia, ci fu un’altra vittoria italiana: nella competizione ci furono soltanto tre macchine italiane perché l’unico aereo straniero, un Nieuport, si danneggiò nel corso delle prove.
Alla gara del 12 agosto 1922 a Napoli parteciparono francesi, italiani e inglesi: vinsero questi ultimi. Nella gara svoltasi a Cowes, Inghilterra, il 27 e 28 settembre 1923, la vittoria passò in mano statunitense, che con il Curtiss CR-3 progettato da Glenn Curtiss e affidato alla guida di David Rittenhouse, vinsero grazie alle prestazioni di un nuovo e tecnologicamente innovativo motore con raffreddamento a liquido, il Curtiss D-12.
Nel 1924 la gara fu sportivamente annullata dagli statunitensi perché nessuno degli avversari era stato in grado di completare le macchine in tempo. Il 26 ottobre 1925, nell’edizione disputata nella Baia di Chesapeake, gli statunitensi ottennero una sonora vittoria ai danni degli inglesi e degli italiani grazie alla loro formidabile idrocorsa, un Curtiss R2C-2, ed al loro pilota fuoriclasse, Jimmy Doolittle.
Nell’edizione disputata il 12 e 13 novembre 1926 la vittoria tornò in mani italiane grazie alla prestazione (velocità media di 394 km/h) del Macchi M.39, che con le sue grandi caratteristiche aerodinamiche divenne il capostipite di tutta una serie di idrocorsa (anche inglesi) che ne avrebbero ripreso le caratteristiche.
Per l’edizione del 1927, disputata il 26 settembre a Venezia, gli inglesi disponevano sia di finanziamenti statali sia di esperti piloti della RAF; sbaragliarono la concorrenza con il loro Supermarine S.5 che si piazzò sia al primo che al secondo posto. Le velocità medie furono di 453,25 e 439,41 km/h. Questa edizione fu l’ultima annuale: fu infatti deciso di svolgere le gare ogni due anni per permettere ai concorrenti di avere più tempo per la preparazione delle macchine.
Il 6 e 7 settembre 1929 l’edizione del trofeo/coppa Schneider Cup fu vinta dall’aeronautica inglese ancora con Supermarine , grazie anche al nuovo motore Rolls-Royce che gli permise di raggiungere una velocità media di 526 km/h.
Nel 1931 il governo inglese ritirò i finanziamenti, ma una donazione privata di un milione di sterline da parte di Lady Lucy Houston permise al Supermarine di partecipare e vincere la gara; gli unici concorrenti erano però aerei inglesi, dato che gli italiani, i francesi e i tedeschi non riuscirono a preparare le loro macchine in tempo. La gara si ridusse quindi a una lotta contro il tempo, ma comunque gli inglesi conquistarono il nuovo record mondiale di velocità con 606 km/h. L’ultima edizione del trofeo richiamò circa mezzo milione di persone sulle spiagge inglesi.
Con tre vittorie di seguito, la coppa Schneider il 13 settembre 1931 finì definitivamente in Gran Bretagna.
Nei giorni successivi, il vincitore Supermarine S.6B conquistò per altre due volte il record di velocità da lui stesso realizzato.
Lo sviluppo degli aerei che non parteciparono all’ultima edizione continuò lo stesso: l’italiano Macchi-Castoldi M.C.72, che non partecipò a causa di problemi al motore, il 23 ottobre 1934 sul lago di Garda, conquistò il record mondiale di velocità portandolo a 709,202 km/h: questo record è ancora oggi imbattuto per gli aerei di quella classe (idrovolanti con motore alternativo).
La coppa è conservata, insieme all’aereo vincitore, al “Museo della Scienza” di Londra.
I vincitori
Data | Luogo | Aereo vincente | Nazione | Pilota | Velocità (km/h) |
---|---|---|---|---|---|
1913 | Monaco | Deperdussin Monocoque | Francia | Maurice Prévost | 73,56 |
1914 | Monaco | Sopwith Schneider | Regno Unito | Howard Pixton | 139,74 |
1920 | Venezia | Savoia S.12bis | Italia | Luigi Bologna | 170,54 |
1921 | Venezia | Macchi M.7bis | Italia | Giovanni De Briganti | 189,66 |
1922 | Napoli | Supermarine Sea Lion II | Regno Unito | Henri Biard | 234,51 |
1923 | Cowes (Regno Unito) | Curtiss CR-3 | USA | David Rittenhouse | 285,29 |
1925 | Baltimora (USA) | Curtiss R3C-2 | USA | James Doolittle | 374,28 |
1926 | Hampton Roads (USA) | Macchi M.39 | Italia | Mario de Bernardi | 396,69 |
1927 | Venezia | Supermarine S.5 | Regno Unito | Sidney Webster | 453,28 |
1929 | Calshot Spit, (Regno Unito) | Supermarine S.6 | Regno Unito | Richard Waghorn | 528,89 |
1931 | Calshot Spit, (Regno Unito) | Supermarine S.6B | Regno Unito | John Nelson Boothman | 547,31 |
Fonti Wikipedia
9.19
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