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❌🙁Colonnello Regio Esercito Fanteria berretto mod.34

1,00

Berretto da Colonnello di Fanteria del Regio Esercito , in elegante diagonale grigio verde. Modello 34.

Molto bella la forma, imponente, tamburo di circa cm.6 di altezza. Completo di soggolo e dei due bottoncini di sostegno con il fregio dell’arma di Fanteria. In condizioni quasi perfette, minimo danno sul bordo del piatto, come ben evidenziato nelle foto.

Manifattura UNIONE MILITARE di ROMA

 

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Descrizione

Berretto da Colonnello di Fanteria del Regio Esercito , in elegante diagonale grigio verde. Modello 34, a visiera.  Fregio in canutiglia argentata, su panno grigio verde, montato in parte su fascia da tamburo con gradi da Colonnello . Molto bella la forma, imponente, considerando che il tamburo da solo misura cm.6 di altezza. Completo di soggolo e dei due bottoncini di sostegno con il fregio dell’arma di Fanteria.

In condizioni quasi perfette, notiamo un minimo danno alla trama della stoffa sul bordo del piatto, come ben evidenziato nelle foto.

Manifattura UNIONE MILITARE di ROMA .  All’interno tra l’alluda in cuoio ed il tamburo, troviamo delle pagine di quotidiano dell’epoca, ripiegate per formare una protezione per il sudore e per ammorbidirne l’indossabilità, come i militari usavano fare all’epoca.

MATERIALE       :  berretto in stoffa con visiera rigida

MISURE             :  taglia 58 circa

PRODUTTORE   :  Unione Militare Roma

 

 

NOTIZIE

Regno d’Italia 1933-1946

 

Nel luglio 1933 Mussolini assunse anche il Ministero della Guerra, e Baistrocchi assunse l’incarico di Sottosegretario di Stato, con l’obiettivo di iniziare un “programma di ammodernamento delle Forze armate” che prevedeva: l’istituzione del premilitare e postmilitare, ammodernamento e meccanizzazione, la creazione delle divisioni celeri e dei reparti autotrasportati, l’ammodernamento delle artiglierie e delle armi individuali. Tuttavia questo programma, forse troppo ambizioso, fu attuato solo in parte. Il 14 novembre 1933 emanò la cosiddetta “Riforma Baistrocchi”, su uniformi, gradi ed equipaggiamento del Regio Esercito, della Milizia e dei Reali Carabinieri. Durante la guerra d’Etiopia favorì la costituzione di divisioni di camicie nere, comandate però da ufficiali dell’esercito. Ricoprì l’incarico di Sottosegretario di stato fino all’ottobre 1936.Dalla riforma Baistrocchi, voluta dal generale Federico Baistrocchi  (Napoli, 9 giugno 1871 – Roma, 31 maggio 1947), di cui evidenziamo alcuni fatti : nell’ottobre 1922, in prossimità della marcia su Roma, assicurò a Mussolini che la piazza di Napoli, del quale era comandante, non sarebbe intervenuta contro di lui durante l’adunata fascista nella città partenopea. Nel 1924 venne eletto alla Camera dei deputati nella XXVII legislatura per il PNF (primo eletto) in Campania, e confermato nel 1929 nella XXVIII legislatura e nel 1934 nella XXIX. Nel 1926 fu promosso generale di divisione e quando nel 1931 divenne generale di corpo d’armata, fu inviato a Verona per assumere il comando del Corpo d’armata ivi stanziato.

Già Segretario dell’Ordine militare di Savoia, fu anche Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito dal 1º ottobre 1934 al 7 ottobre 1936. Il 23 maggio 1936 raggiunse il grado di generale d’armata. Il 7 ottobre 1937 gli fu concesso con Regio Decreto il titolo di “Conte”.

Il 25 marzo 1939 fu nominato senatore del Regno d’Italia. Nel 1944 fu collocato in riserva per raggiunti limiti d’età. Il 18 aprile 1945 fu arrestato con l’accusa di fascistizzazione dell’esercito per l’inserimento della Milizia Fascista: processato al tribunale militare di Roma, fu assolto con formula piena nel settembre 1946. Morì il 31 maggio dell’anno successivo.


GRADI per Ufficiali Superiori e Ufficiali Generali

Alcune prime modifiche all’abbigliamento dei soldati cominciarono ad arrivare negli anni venti, ma un grande cambiamento ci sarà solo nel 1933 con la cosiddetta “Riforma Baistrocchi” che introduce, tra le altre cose, l’abito “borghese”, camicia con collo floscio, “metallerie” esclusivamente dorate e nuove insegne di grado per gli ufficiali.

Le insegne di grado, pur rimanendo sulle maniche, si uniformano nel disegno generale alla marina ed all’aeronautica, non a caso le stellette vengono sostituite da galloni, filetti e greche. Le stellette però rimangono in vigore per i cappelli a bustina e successivamente per il basco e per le tenute coloniali. Le controspalline degli ufficiali e dei marescialli erano bordate con del filo colorato a seconda della specialità di appartenenza: scarlatto per fanteria e carabinieri, bianco per la cavalleria, giallo-arancio per l’artiglieria, cremisi per il genio militare, viola per il commissariato, celeste per gli automobilisti e blu per l’amministrazione.

Lo scoppio della seconda guerra mondiale e l’autarchia voluta dal fascismo comportarono peraltro un’austerità nelle divise militari. I galloni degli ufficiali si rimpiccioliscono notevolmente, spostandosi a pochi centimetri dal bordo inferiore delle manopole per ridurne la visibilità agli occhi del nemico. Dopo il proclama Badoglio dell’8 settembre 1943 l’Esercito Nazionale Repubblicano adotta propri gradi mentre rimangono immutati per il Corpo Italiano di Liberazione prima e per i Gruppi di Combattimento poi, eccezion fatta per gli ufficiali che si vedranno trasferite, tra la fine del 1944 e l’inizio del 1945, le insegne di grado nelle controspalline. Questo cambiamento venne effettuato per uniformare le divise italiane a quelle Alleate. Gli ufficiali generali portavano le stellette d’oro su di una controspallina in tessuto d’argento; gli ufficiali superiori, da maggiore a colonnello (dove qui in vendita abbiamo un berretto da colonnello del regio esercito fanteria) , portavano la controspallina guarnita da un bordo d’oro; gli ufficiali inferiori avevano una nuova disposizione delle stellette, ora centrate rispetto alla controspallina. Nessuna novità invece per i sottufficiali, che già avevano le insegne di grado sulle controspalline o sugli avambracci. I sergenti ed i graduati di truppa portavano i gradi sugli avambracci in posizione intermedia tra spalla ed il gomito.

Rank insignia of primo maresciallo dell'impero of the Italian Army (1940).pngRank insignia of maresciallo d'Italia of the Italian Army (1940).pngRank insignia of generale d'armata of the Italian Army (1940).pngRank insignia of generale designato d'armata of the Italian Army (1940).pngRank insignia of generale di corpo d'armata of the Italian Army (1940).pngRank insignia of generale di divisione of the Italian Army (1940).pngRank insignia of generale di brigata of the Italian Army (1940).png
GradoPrimo maresciallo dell’ImperoMaresciallo d’ItaliaGenerale d’armataGenerale designato d’armataGenerale di corpo d’armataGenerale di divisioneGenerale di brigata
Rank insignia of colonnello comandante of the Italian Army (1940).pngRank insignia of colonnello of the Italian Army (1940).pngRank insignia of tenente colonnello of the Italian Army (1940).pngRank insignia of maggiore of the Italian Army (1940).png
GradoColonnello comandanteColonnelloTenente colonnelloMaggiore
Rank insignia of primo capitano of the Italian Army (1940).pngRank insignia of capitano of the Italian Army (1940).pngRank insignia of primo tenente of the Italian Army (1940).pngRank insignia of tenente of the Italian Army (1940).pngRank insignia of sottotenente of the Italian Army (1940).pngRank insignia of aspirante of the Italian Army (1940).png
GradoPrimo capitanoCapitanoPrimo tenenteTenenteSottotenenteAspirante

 

Controspalline metalliche

A partire dal 1926 per le uniformi da parata vennero introdotte delle controspalline metalliche differenti nelle decorazioni a seconda del grado dell’insignito. Esse erano destinate unicamente alle uniformi da parata e venivano assegnate dal grado di sottotenente in su. Le differenziazioni di grado avvenivano attraverso l’uso di fasce metalliche di numero variabile che erano semplici nel caso degli ufficiali inferiori, a festoni nel caso degli ufficiali superiori e arabescate nel caso dei generali, i quali disponevano inoltre di un numero di stellette variabile a seconda del grado da porsi sul manico della spallina (sottotenente 1 fascia piana, tenente 2 fasce piante, capitano 3 fasce piane, maggiore 1 fascia a festoni, tenente colonnello 2 fasce a festoni, colonnello 3 fasce a festoni  – dove qui in vendita abbiamo un berretto da colonnello del regio esercito fanteria –  generale di brigata fascia arabescata e 1 stella, generale di divisione fascia arabescata e 2 stelle, generale di corpo d’armata fascia arabescata e 3 stelle). Nello spazio interno alle linee di grado si trovava l’insegna del corpo di appartenenza. Il corpo della spallina poteva presentare delle linee a festoni per artiglieria, cavalleria, genio, medici, veterinari e farmacisti, o linee orizzontali per la fanteria e per tutte le altre armi. Nel caso della marina militare, il corpo della spallina era squamato ed anche i gradi corrispondenti erano diversificati (guardiamarina 1 fascia piana, sottotenente di vascello 2 fasce piante, tenente di vascello 3 fasce piane, capitano di corvetta 1 fascia a festoni, capitano di fregata 2 fasce a festoni, capitano di vascello 3 fasce a festoni, contrammiraglio fascia arabescata e 1 stella, ammiraglio di divisione fascia arabescata e 2 stelle, ammiraglio fascia arabescata e 3 stelle).

Ufficiali generali Controspallina da parata (dal 1926)

Gen.Corpoarmata-EpauletteIT.jpgGen.Divisione-EpauletteIT.jpgGen.Brigata-EpauletteIT.jpg
GradoGenerale di Corpo d’ArmataGenerale di DivisioneGenerale di Brigata

Ufficiali superiori Controspallina da parata (dal 1926)

Colonnello-EpauletteIT.jpgTen.Colonnello-EpauletteIT.jpgMaggiore-EpauletteIT.jpg
GradoColonnelloTenente ColonnelloMaggiore

Ufficiali inferiori Controspallina da parata (dal 1926)

Capitano-EpauletteIT.jpgTenente-EpauletteIT.jpgSottotenente-EpauletteIT.jpg
GradoCapitanoTenenteSottotenente

 

Fonti Wikipedia

 

4.20

Informazioni aggiuntive

Peso1 kg
Dimensioni35 × 35 × 35 cm

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