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❌🙁Casco Coloniale MVSN DICAT Truppa modello ’28

1,00

Casco coloniale modello 28 per truppa della MVSN  Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale specialità DICAT Difesa Antiaerea Territoriale

Realizzato in sughero rivestito di tela con colorazione verde/cachi, a sei sezioni/spicchi, purtroppo mancano i distanziatori interni in sughero e l’alluda perimetrale in cuoio. La taglia indicata è una 53. Fregio frontale in lamierino d’ottone recante il numero stampato 104 , legione TROTTI di TERNI

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Description

Casco coloniale modello 28 per truppa della MVSN  Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale specialità DICAT Difesa Antiaerea Territoriale, di magnifica presenza. Realizzato in sughero nella calotta e nelle larghe falde, rivestito di tela con colorazione verde/cachi, a sei sezioni/spicchi . In alto troviamo un piccolo cupolino in metallo verniciato, posto al centro della calotta, con tre aperture per permettere l’aerazione. Ci sono anche due aperture circolari laterali provviste di retina di protezione, sempre per garantire un passaggio di aria. A completare il casco, una fascia perimetrale realizzata con la stessa tela di rivestimento del casco, una taschetta laterale che veniva usata come alloggiamento del piumetto dei Bersaglieri, ed un soggolo in cuoio con passante in metallo. L’interno è rivestito di tela verde, e purtroppo mancano i distanziatori in sughero con l’alluda perimetrale in cuoio. La taglia indicata è una 53, come da timbro visibile nelle foto. Fregio frontale in lamierino d’ottone, come da regolamento del 1935 , per la truppa. Raffigura un fascio littorio con due fusti di cannone incrociati, sormontanti un tondino dallo sfondo nero recante il numero 104 stampato. Il fregio intero è applicato con delle linguette a forare il sughero del casco, ed è sottopannato di nero, per le Camicie Nere CC.NN.  Il numero 104 indica che il casco appartenne ad un milite della legione TROTTI di TERNI .  Il casco coloniale per milite della MVSN specialità DICAT qui proposto, seppure recante i segni del tempo e le sue mancanze, é in ottime condizioni e conserva e mostra intatta la magnificenza della sua forma.

 

 

9a Zona “Umbria-Marche” (Sede Perugia)

LegioneNomeSeden° di CoortiCoorti distaccate

(1927)

Battaglioni CC.NN.*(*) I battaglioni CC.NN. mobilitati per la guerra d’Etiopia aggiungevano la cifra 100 alla numerazione della Legione. Legenda: «T» = Territoriale, «TM» = Territoriale mobile, «M» = Battaglione d’Assalto
MobilitatiTerritoriali
102aCacciatori del TeverePerugia5Città di Castello, Marsciano, Castiglion del Lago, TodiCCII (1935)

CII (Libico)

CCCII «T»
103aClitunnoFoligno3Bevagna, SpoletoCIII (Libico)CCCIII «T»
104aS. TrottiTerni3Amelia, NarniCCIV (1935)

CIV (1939)

CCCIV «T»
105aVeturiana

poi Mussolini

Orvieto3Selci, Città della Pieve ,CV (1939)DV «TM»
108aStamiraAncona4Falconara, Arcevia, FabrianoCVII1 (1939DVIII «TM»
109aF. CorridoniMacerata5Camerino, Cingoli, Recanati, TolentinoCIX (1939)DIX «TM»
110aPicenaAscoli Piceno4S. Benedetto T., Fermo, S. ElpidioCX (Libico)DX «TM»
111aF. Michelini TocciPesaro2Fossombrone (coorte a Zara)CXI (1939)DXI «TM»

 

NOTIZIE

Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale

 

La Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (in acronimo MVSN, spesso genericamente identificata con la locuzione camicie nere a causa delle camicie di colore nero adottate quale parte della divisa, come spesso indicato anche nella storiografia non italiana) è stato un corpo di gendarmeria a ordinamento militare e dal 1924 una forza armata dell’Italia fascista.

La sua fondazione fu decisa e annunciata dal Consiglio dei ministri del 28 dicembre 1922 presieduto da Benito Mussolini e decretata dal re Vittorio Emanuele III con regio decreto-legge il 14 gennaio 1923, n. 31 (poi convertito in legge il 17 aprile 1925) entrato in vigore il 1º febbraio 1923.

Accorpò, nel 1923, la disciolta Milizia dei Sempre Pronti per la Patria e per il Re dell’Associazione Nazionalista Italiana.

Inizialmente pensata come milizia a uso esclusivo del Partito Nazionale Fascista (rispondeva solo al Presidente del Consiglio dei ministri e a lui solo era dovuto il giuramento, in contrasto con l’obbligo di giuramento al sovrano), nel tempo perse la sua esclusività nei compiti e finì col mescolarsi quasi del tutto con il Regio Esercito.

Origini e costituzione

La M.V.S.N. nasceva dall’esigenza del Partito Nazionale Fascista, di irregimentare le squadre d’azione in una vera e propria milizia riconosciuta dallo Stato. Benito Mussolini incaricava una commissione  composta da Emilio De Bono, Cesare Maria De Vecchi, Aldo Finzi, Italo Balbo e Attilio Teruzzi, di studiare il problema.

La commissione realizzava un progetto sulla formazione e organizzazione di un corpo di volontari, inquadrato nell’esercito nazionale mediante reclutamento, in una fascia di età tra i 17 e i 50 anni, analogamente ad altri Stati che godevano di analoghe milizie. Questo avvenne per i primi quattro anni. Il servizio di leva obbligatorio poteva essere svolto anche nella milizia.

La M.V.S.N. venne creata il 1º febbraio del 1923, sulla base delle vecchie squadre d’azione fasciste, per concorrere a “mantenere all’interno l’ordine pubblico”. Il primo comandante generale fu Italo Balbo.

Con R.D. del 4 aprile 1924 la M.V.S.N. entrò a far parte delle Forze armate dello Stato, per cui le Camicie Nere prestavano giuramento al re e non al Partito fascista, e la Milizia divenne la quarta forza armata italiana.

Organizzazione

La M.V.S.N. era strutturata su base volontaria e territoriale, formata da iscritti al Partito Nazionale Fascista tra i 16 e i 50 anni; oltre i 36 anni il milite entrava nelle unità territoriali sino ai 55 anni, con il nome di triario.

L’organizzazione della Milizia si articolava su un comando generale. Il territorio era ripartito nei raggruppamenti Milano, Bologna, Roma e Napoli al comando di luogotenenti generali. Ogni comando di raggruppamento aveva alle proprie dipendenze un certo numero di gruppi (33 in totale) retti da consoli generali. Ciascun comando di gruppo aveva alle proprie dipendenze un certo numero di legioni ordinarie (120 in tutto) comandate da consoli.

La struttura della M.V.S.N. era a ordinamento ternario: ogni legione (come quella di questo berretto da Centurione della MVSN milizia Dicat) si componeva di tre coorti, formate da tre centurie così formate da tre manipoli e ogni manipolo da tre squadre. Dopo alcune modifiche susseguitesi tra ’29 e il ’35, nel 1939 si tornava alla struttura di partenza.

La M.V.S.N. era costituita dalla Milizia ordinaria, Forestale, Stradale, Ferroviaria, Postelegrafonica e Portuale. Alla Milizia ordinaria appartenevano la Milizia Confinaria, quella Coloniale e la Milizia Universitaria, che aveva compiti d’istruzione premilitare. Nel ’30 vennero aggiunte la Milizia per la difesa contraerea (prima D.A.T., poi DiCat) e la Milizia Marittima (MilMart). Vi erano ufficiali in servizio permanente effettivo, ufficiali inclusi nei quadri (non abitualmente in servizio, ma richiamabili) e nella riserva. Il Comando generale provvedeva alla nomina degli ufficiali. Questa la struttura territoriale ed i rispettivi incaricati di comando :

  • Zona (Divisione)                      ispettore generale di zona poi luogotenente generale (generale di Divisione)
  • Gruppo di Legioni (Brigata)  console generale (generale di Brigata)
  • Legione (Reggimento)            console (colonnello)
  • Coorte (Battaglione)               seniore (maggiore)
  • Centuria (Compagnia)           centurione (capitano)
  • Manipolo (Plotone)                capomanipolo (tenente, vedi fez milizia fascista in vendita)
  • Squadra (Squadra)                 caposquadra (sergente)

La Milizia per la difesa antiaerea territoriale DICAT, istituita in Italia con Regio decreto legge del 18 febbraio 1930, aveva il compito di predisporre, in tempo di pace, e di attuare in tempo di guerra unitamente alle unità contraeree delle altre forze armate, la difesa del paese da attacchi aerei nemici.

Questa specialità della MVSN (di cui abbiamo questo casco coloniale da milite della milizia MVSN DICAT ) nasce il 16 aprile 1927 con la denominazione di Milizia artiglieria contraerei; dal 1930 venne ridenominata Milizia per la Difesa Aerea Territoriale, abbreviata in MDAT, poi in Milizia per la Difesa Controaerea Territoriale, abbreviato prima in MDCAT, poi in MDICAT. Nel 1935 era articolata su 14 Legioni e 10 Coorti autonome, poste alle dipendenze, insieme alla Milizia per la difesa costiera (M. DACOS), dell’Ispettorato, poi “Comando della M. Di.C.A.T. e da Cos.”. La milizia partecipa alla Guerra d’Etiopia fornendo il personale per tutte le batterie someggiate da 65/17 in forza alle Legioni CC.NN., mentre diverse migliaia di sue Camicie Nere combatterono come fanti nei battaglioni CC.NN. Nel 1939 il comando assunse il nome di “Comando Milizie Controaerei ed Artiglieria Marittima” e la MDICAT venne riorganizzata su 5 Comandi di gruppo di Legioni DICAT con a disposizione 22 Legioni in Patria e 4 nelle colonie, ognuna delle quali armava un certo numero di batterie sparse sul territorio dell’Impero. La MDICAT, che al 10 giugno 1940, data dell’entrata in guerra inquadrava 85.000 uomini, cambio per l’ultima volta denominazione in Milizia Artiglieria Contro AereiMACA nel codice telegrafico. Per tutta la durata della seconda guerra mondiale, la milizia difese accanitamente il territorio nazionale dalle incursioni alleate, in collaborazione con la Regia Aeronautica.

Organizzazione

L’arruolamento degli ufficiali veniva effettuato tra gli ufficiali di artiglieria del Regio Esercito non soggetti alla mobilitazione in caso di guerra; la truppa (come per il milite proprietario di questo casco coloniale MVSN DICAT) era costituita da volontari esenti da obblighi militari, giovani non ancora chiamati alla leva, da personale delle classi anziane, da mutilati e reduci della Grande Guerra e da ciechi impiegati, per il loro udito affinato, all’ascolto agli aerofoni. Il personale, normalmente in congedo, veniva periodicamente richiamato in servizio per l’addestramento e per le manifestazioni del Regime. Per la disciplina dipendeva dal “Comando Generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale”, per l’addestramento e per l’impiego dai Comandi di Corpo d’armata o di Isola. In caso di mobilitazione, o quando sia necessario per la sicurezza dello Stato, la milizia passava alle dipendenze del Ministero della Guerra, agli ordini del Comando supremo militare italiano.

Fonti Wikipedia   ,  V. Ilari-A. Sema, “Marte in orbace”, Casa Editrice Nuove Ricerche, Ancona, 1988

 

12.21

Additional information

Weight1 kg
Dimensions35 × 35 × 35 cm

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