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āŒšŸ™Berretto Ministero Grazia Giustizia ministeriale Fascista

1,00

Berretto bianco estivo da funzionario del MINISTERO di GRAZIA e GIUSTIZIA ,Ā  personale civile delĀ  GRUPPO C . Ordinamento del 1938 – 1943. In stoffa sartoriale bianca , con visiera nera, Ā fregio regolamentare in canutiglia di argento brunitoĀ su sottopanno di colore rosa, ad identificare propriamente il Ministero di Grazia e Giustizia. Completo dei due bottoncini in argento brunito con fascio littorio in rilievo, ed il soggolo a tortiglione , in cotone nero.

Marcato CONSORZIO INDUSTRIALE MANUFATTIĀ  CIM – Via 4 Novembre 149 – ROMA .

Come descritto sulĀ  Ā BOLLETTINO UFFICIALEĀ  DEL PERSONALEUNIFORMI DI SERVIZIOĀ  PER IL PERSONALE MASCHILEĀ  DEIĀ  RUOLIĀ  CIVILIĀ  DELLOĀ  STATOĀ  con Regio Decreto Legge del 5 Settembre 1938Ā  n.1524

Taglia circa 57

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Description

Berretto estivo da funzionario ministeriale, del MINISTERO di GRAZIA e GIUSTIZIA , del personale civile alle dipendenze dirette del Partito Nazionale Fascista , PNF.Ā Ordinamento del 1938 – 1943. Berretto per funzionario ministeriale delĀ  GRUPPO CĀ  , in stoffa sartoriale bianca , con visiera nera, Ā fregio regolamentare a raffigurare un’aquila ricamata in canutiglia di argento brunito , avente ali aperte e poggiante su fascio littorio longitudinale alla base , con scure rivolta verso il basso, tutto su sottopanno di colore rosa, ad identificare propriamente il Ministero di Grazia e Giustizia (come riportato dalla tabella AĀ  allegata, ad indicare le colorazioni dei vari ministeri)

Sul tamburo del berretto, ĆØ montata una fascia in seta nera, operata con aquile imperiali aventi il fascio littorio tra gli artigli, alla maniera del fregio frontale del berretto in oggetto. Completano il berretto i due bottoncini in argento brunito con fascio littorio in rilievo, ed il soggolo a tortiglione , in cotone nero.

All’interno troviamo il marchio del fabbricante, un rombo con la dicituraĀ  CONSORZIO INDUSTRIALE MANUFATTIĀ  CIM – Via 4 Novembre 149 – ROMA .

Questo berretto per funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia ĆØ in condizioni ottime, tutto come illustrato dalle numerose foto allegate. Bellissima forma marziale, con visiera tendente verso il basso e fronte imponente.

Come da regolamento descritto sulĀ  Ā BOLLETTINO UFFICIALEĀ  DEL PERSONALEUNIFORMI DI SERVIZIOĀ  PER IL PERSONALE MASCHILEĀ  DEIĀ  RUOLIĀ  CIVILIĀ  DELLOĀ  STATOĀ  con Regio Decreto Legge del 5 Settembre 1938Ā  n.1524

 

MATERIALEĀ  Ā  Ā  Ā :Ā  berretto in stoffa con visiera rigida

MISUREĀ  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā  Ā :Ā  taglia circa 57

PRODUTTOREĀ  Ā :Ā  CIM Consorzio Industriale Manufatti – Roma

 

Berretto Ministero Grazia Giustizia Berretto Ministero Grazia Giustizia

Tabella A) Estratto dal Regolamento Ufficiale: colorazioni dei fregi per ministeriali, si nota il rosa per il Ministero di Grazia e Giustizia

Berretto Ministero Grazia Giustizia

 

NOTIZIE

 

Fondazione del Partito Nazionale Fascista

Il PNF fu fondato a RomaĀ il 9 novembreĀ 1921Ā per iniziativa di Benito Mussolini come evoluzione in partito del movimento dei Fasci Italiani di Combattimento – fondati, sempre da Mussolini, aĀ Milano, inĀ piazza San Sepolcro, il 23 marzoĀ 1919. Come movimento giovanile si dotò nel 1921 dell’Avanguardia Giovanile Fascista. Rispetto ai Fasci, il PNF abbandonò, via via che si consolidava al potere, gli ideali socialisteggianti e repubblicani per virare decisamente verso la destra dello scacchiere politico italiano.

La conquista del potere

Dopo la marcia su RomaĀ del 28 ottobreĀ 1922, Mussolini, che era stato eletto parlamentare l’anno precedente insieme ad altri esponenti fascisti, fu incaricato dal reĀ Vittorio Emanuele IIIĀ di formareĀ un nuovo governoĀ sostenuto da una maggioranza composta anche dalĀ Partito Popolare ItalianoĀ e da altri gruppi di estrazioneĀ liberale. Il 15 dicembreĀ 1922Ā fu costituito ilĀ Gran Consiglio del Fascismo, organo supremo del Partito Nazionale Fascista, che tenne la sua prima seduta il 12 gennaioĀ 1923.

Il regime

Alle elezioni politiche dell’aprile 1924, grazie alle violenze squadriste e all’impiego di “liste civetta”, volte a drenare ulteriori voti, il PNF ottenne una netta maggioranza: tali risultati furono però duramente contestati dalle opposizioni, che denunciarono numerose irregolaritĆ . In tale quadro, il deputatoĀ Giacomo Matteotti, dopo aver denunciato brogli in parlamento, venne ucciso da estremisti fascisti. La vicenda ebbe seguito il 3 gennaioĀ 1925, quando Mussolini, con un discorso allaĀ Camera dei deputati, dichiarò provocatoriamente di assumersi la responsabilitĆ  storica di quanto accaduto, promettendo di chiarire la situazione nei giorni immediatamente seguenti. In sede giudiziaria, sia all’epoca dei fatti, sia nelĀ secondo dopoguerra, non fu mai provato alcun coinvolgimento diretto del Duce o di altri gerarchi nell’organizzazione del delitto: tesi sostenuta anche da alcuni storici, comeĀ Indro Montanelli, per i quali le responsabilitĆ  di Mussolini furono solo di natura morale. La crisi seguita all’omicidio di Matteotti, che era parsa, in un primo tempo, far vacillare la presa di Mussolini e del fascismo, fu invece abilmente sfruttata dal duce per avviare la dittatura.

Il PNF fu l’unico partito ammesso in Italia dalĀ 1926Ā alĀ 1943, dopo l’emanazione delle cosiddetteĀ leggi fascistissimeĀ e dotandosi di un proprioĀ statuto. IlĀ Gran Consiglio del FascismoĀ divenne organo costituzionale del Regno: “organo supremo, che coordina e integra tutte le attivitĆ  del regime sorto dallaĀ rivoluzioneĀ dell’ottobre 1922”. Il Gran Consiglio deliberava sulla lista dei deputati da sottoporre al corpo elettorale (poi sostituiti daiĀ consiglieri nazionaliĀ dellaĀ Camera dei Fasci e delle Corporazioni); sugli statuti, gli ordinamenti e le direttive politiche del Partito Nazionale Fascista; sulla nomina e la revoca del Segretario, del Vice segretario, del Segretario amministrativo e dei membri del Direttorio nazionale del PNF, delle cariche da gerarca più in alto insomma.Ā  Le iscrizioni al Partito aumentarono a dismisura quando, il 29 marzo 1928, si decise che gli iscritti al PNF avrebbero avuto la precedenza nelle liste di collocamento (più antica era l’affiliazione, più si “scalavano” le graduatorie).

Quasi due anni esatti dopo, il 28 marzoĀ 1930, si decretò che per poter svolgere gli incarichi scolastici di alto livello (presidi e rettori) bisognava essere tesserati almeno da cinque anni. Il 3 marzo delĀ 1931Ā le iscrizioni furono sospese per circa un anno; questo dato fa intuire che molte furono le adesioni al Partito Fascista dettate esclusivamente da interesse: contro di esse si mosse il segretarioĀ Giovanni Giuriati, attivista anti-corruzione che, forse proprio per questa spinta “moralizzatrice”, venne destituito dal Duce dopo pochi mesi. Un ruolo educativo fu proprio dall’Istituto Fascista di Cultura, attualmente UniversitĆ  Popolare degli studi di Milano, che fu convertita da UniversitĆ  Popolare di Milano a Scuola Fascista, che durante tutto il periodo diede formazione e cultura fascista.

Nel 1930 furono creati iĀ Fasci giovanili di combattimento. Gli anni Trenta furono caratterizzati dalla segreteria diĀ Achille Starace, “fedelissimo” di Mussolini e uno dei pochi gerarchi fascisti provenienti dal sud Italia, che lanciò una campagna di fascistizzazione del paese fatta di cerimonie oceaniche e creazione di organizzazioni volte a inquadrare il paese e il cittadino in ogni sua manifestazione (sia pubblica sia privata). Al fine di irregimentare anche i movimenti giovanili Starace portò sotto il controllo diretto del PNF sia l’Opera Nazionale BalillaĀ (ONB) sia i Fasci Giovanili che furono sciolti e fatti confluire nella nuovaĀ Gioventù Italiana del LittorioĀ (GIL).

Il 27 maggioĀ 1933Ā l’iscrizione al PNF ĆØ dichiarata requisito fondamentale per il concorso a pubblici uffici; il 9 marzoĀ 1937Ā diventa obbligatoria se si vuole accedere a un qualunque incarico pubblico e dal 3 giugnoĀ 1938Ā non si può lavorare se non si ha la tanto conclamata tessera: ĆØ chiaro quindi che gli iscritti si contino a milioni ma che tra questi i “tiepidi” e i “freddi” verso il regime siano moltissimi. NelĀ 1939Ā Ettore MutiĀ avvicenda Starace alla guida del partito e tale fatto testimonia l’aumento dell’influenza diĀ Galeazzo Ciano.

A partire dalĀ 1937Ā il segretario nazionale del PNF assurse a rango diĀ ministroĀ di Stato. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale Mussolini tenta di militarizzare il partito ordinando il giorno di Capodanno del 1941 la mobilitazione generale di tutti i quadri del PNF, dal segretario al vice fino all’ultimo del gerarca. Nel periodo in cui le operazioni belliche volgono verso il peggio, in molti perdono la fiducia verso il regime fascista: anche nell’organo politico principale monta una critica, seppur latente e oscura, a cui il Duce tenta di dare una spallata nominando il ventisettenne Aldo VidussoniĀ segretario del PNF (26 dicembreĀ 1941).

La mossa, dettata dal fatto che i giovani sono rimasti i più accesi sostenitori del governo, si rivela catastrofica e il 19 aprile 1943 il giovane friulano viene sostituito da Carlo Scorza.

Scioglimento

Il 27 luglio 1943, in seguito alla votazione dell’ordine del giorno GrandiĀ (25 luglio), Mussolini venne arrestato dai Reali Carabinieri, decretando di fatto la fine del regime fascista. Lo scioglimento del PNF da parte del nuovo governo diĀ Pietro BadoglioĀ avvenne il 2 agostoĀ 1943Ā con il regio decreto n.704, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del Regno il 5 agosto successivo.

Liberato dai tedeschi il 10 settembre, Mussolini costituƬ il 13 settembre il nuovoĀ Partito Fascista RepubblicanoĀ (PFR) e costituƬ laĀ Repubblica Sociale ItalianaĀ (RSI), nella parte d’Italia occupata dai tedeschi. Segretario del PFR fu nominato il 15 settembreĀ Alessandro Pavolini. AĀ MilanoĀ era giĆ  stato ricostituito il 13 settembre daĀ Aldo Resega, che ne fu anche il primo commissario federale. Il PFR cessò la sua esistenza con la morte di Mussolini e con la fine della RSI, il 28 aprile delĀ 1945.

 

Fonti WikipediaĀ 

 

4.20

Additional information

Weight1 kg
Dimensions35 × 35 × 35 cm

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