Description
Il lotto proposto tratta due bozzetti originali firmati entrambi IAIA , Pietro Ermanno , per le locandine manifesto del film GAY SALOME’ , 1980 , regia di Michele Massimo Tarantini. Tempera su cartoncino.
Le due opere sono ovviamente originali, dipinte e firmate da IAIA , forse il più noto illustratore del cinema italiano degli anni ’60 – ’80. Misurano ognuna cm. 54 x 39 circa. I due bozzetti vengono venduti insieme, lotto non divisibile.
Scena dal film , da cui viene ispirato uno dei bozzetti di questo lotto
NOTIZIE
Piero Ermanno Iaia
La carriera di Iaia si snoda inoltre non solo nell’ambiente del cinema, ma anche in quello della televisione e dell’editoria: Iaia lavora quindici anni per “Playboy”, illustrando le storie erotiche, mentre per la Rai disegna i bozzetti per il manifesto, i film televisivi, inseriti poi in un catalogo, pubblicato ogni anno e utilizzato internamente alla Rai per vendere all’estero i prodotti della rete. Iaia realizza anche molte copertine per i gialli Mondadori e per romanzi rosa destinati a un pubblico prettamente femminile, oltre a mettersi poi alla prova in altri settori, disegnando scatole di giochi per ragazzi, come la Tombola per la Clementoni, e producendo numerose figurine che ritraggono calciatori e attori per la Panini.
Ermanno Iaia esordisce in campo cinematografico con il manifesto di Barabba (Richard Fleischer, 1961) per il cui corredo pubblicitario sono chiamati diversi cartellonisti, tra cui Averardo Ciriello e lo stesso Iaia, autore del bozzetto per il formato a ventiquattro fogli, diffuso in Italia dalla De Laurentis e dalla Paramount negli Stati Uniti. Nel 1964 Iaia realizza il suo primo bozzetto per una pellicola italiana importante: Sedotta e abbandonata, di Pietro Germi (1964), in cui la protagonista Stefania Sandrelli è circondata da numerosi volti maschili ossessiona(n)ti, quasi grotteschi nelle svariate espressioni ritratte, dall’ammiccante al severo all’ironico, che indicano gli atteggiamenti dei personaggi presenti nel film.
Nel corso della sua carriera, Iaia esplora differenti tecniche pittoriche, nella convinzione che sia compito del cartellonista stesso dettare la moda e lanciare nuove soluzioni grafiche adeguate ai tempi che cambiano. Per il manifesto de Il conformista, di Bernardo Bertolucci (1970), utilizza la serigrafia, tecnica a tinte piatte che il cartellonista sperimenta con diversi colori, anche fluorescenti. Iaia è molto versatile e riesce a dividersi tra tecniche moderne da una parte – come la serigrafia o il collage, utilizzato per il già citato manifesto di Billy Jack e diffuso solo all’estero – e stili pittorici classici dall’altra, come accade per esempio per il bozzetto di Follia d’amore, di Robert Altman (1985), realizzato a pastelli e gouache e positivamente accolto alla Fox proprio perché insolito nel suo sapore antico.
Alcuni bozzetti di Iaia sono invece bocciati poiché ritenuti dalla committenza poco adatti al cartellonismo cinematografico e realizzati con uno stile troppo moderno, come per quelli di Senza ragione, di Silvio Narizzano (1972), respinti perché resi con uno stile spatolato ritenuto troppo pittorico.
I due bozzetti creati per Novecento, di Bernardo Bertolucci (1976), non sono accettati dalla Fox in quanto raffiguranti un elemento ritenuto di disturbo dai distributori: la falce che, solitamente accompagnata al martello, è una chiara allusione al Comunismo. Le immagini incontrano però il favore del regista, che tenta invano di convincere la Fox, la quale preferisce affidare il lavoro a un cartellonista francese. Bertolucci, grande estimatore del manifesto cinematografico dipinto, decide allora di acquistare i bozzetti di Iaia nonostante la loro inutilizzabilità a fini pubblicitari.
A volte è direttamente il regista, prima ancora della casa di distribuzione, a suggerire le correzioni al cartellonista, come accade con Francesco Rosi che chiede a Iaia di apportare alcune modifiche al bozzetto per Cristo si è fermato a Eboli(1979). Iaia vorrebbe riprodurre i volti degli attori principali, mentre Rosi desidera un manifesto che ricordi lo stile pittorico di Carlo Levi, impersonato nel film da Gian Maria Volonté. L’artista mantiene quindi l’idea di rappresentare i visi dei protagonisti, cercando però di avvicinarsi il più possibile al ductus pittorico di Levi, in modo da soddisfare anche le richieste del regista.
Iaia abbandona il cartellonismo cinematografico sul finire degli Anni Ottanta con la realizzazione del ventiquattro fogli per Il sole anche di notte, di Paolo e Vittorio Taviani (1989).
Trama film Gay Salome’
Gay Salomé è un film italiano del 1980 diretto da Michele Massimo Tarantini , con Vinicio Diamanti , Ascanio de Angelis, Matteo d’Ambra, Paolo Bassi, Antonio Fabbozzi, Pasquale Zacco.
All’Alibi, un noto locale gay romano, viene messa in scena la storia di Salomé, con qualche variante: ad essere decapitato non è Giovanni Battista, ma un tal ex-schiavo Sirio, colpevole di aver mancato di rispetto a Salomè. Altra variante, è che Salomè, dopo la danza e dopo aver ottenuto la testa di Sirio, viene uccisa da Erode Antippa, che ha scoperto che Salomè è un uomo. Le immagini della messa in scena si alternano con quelle del locale, dove coppie di omosessuali si intrecciano, litigano ed amoreggiano. Il film si conclude con il monologo di un clown che, per le vie di Roma, salta e danza irridendo la gente perbene.
Nei bozzetti in vendita, è anche ritratto Vinicio Diamanti (Roma, 24 febbraio 1926 – Roma, 23 dicembre 2009) attore italiano. Studia canto da mezzosoprano e frequenta la facoltà di medicina senza laurearsi. Si dedica alla sua grande passione per il teatro esibendosi in numeri di avanspettacolo con ruoli “en travestì” all’Ambra Jovinelli, al Principe di via Cola Di Rienzo, all’Oriente, all’Espero. Grazie alla conoscenza di altri attori omosessuali come George o’Brian, Dominot, Giò Staiano riesce ad affinare le sue doti di attore. Negli anni ’60 passa al teatro e al cinema, al fianco ad artisti come Franco Enriquez, Enrico Maria Salerno, Giancarlo Cobelli, Manuela Kusterman, Memè Perlini con tournée in tutta Italia. Nonostante le buone proposte che riceve Diamanti preferisce comunque il teatro al cinema, al punto da rifiutare una scrittura per La dolce vita di Fellini per non dover rinunciare a una tournée con Valeria Moriconi e Vittorio Gassman. Negli ultimi anni si diletta come raffinata drag queen in feste e serate romane. Il suo ruolo cinematografico più conosciuto è quello di Colomba Lamar, la drag queen di Delitto al Blue Gay.
Fonti Wikipedia , web
9.19
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