Description
Medaglia in bronzo commemorativa della campagna d’Abissinia del 1935-36 voluta da Mussolini, fatta coniare da Gabriele d’Annunzio proprio per magnificare le gesta coloniali del regime fascista, con il motto TENEO TE AFRICA
La medaglia fu realizzata dallo scultore Renato Brozzi, che per d’Annunzio ideò diversi gioielli, medaglie.
Al dritto abbiamo un elefante di tre quarti, che rivolto verso destra sembra correre o scappare da un predatore, e nella circonferenza esterna rialzata rispetto al fondo della medaglia, troviamo il testo
SVIS VIRIBVS POLLENS * TENEO TE, AFRICA *
Al verso l’elefante è rivolto col corpo verso sinistra, ma la testa volta all’indietro con la proboscide alzata in segno di paura o sfida sempre a quel predatore (il nemico italiano), e nella circonferenza esterna il testo
GABRIEL NVNCIVS = * ANNO • MCMXXXV *
Gabriele D’Annunzio magnificò il valore dell’impresa militare in terra africana, attraverso una serie di scritti in forma di corrispondenza indirizzata al Duce ed a suoi vecchi compagni d’arme, glorificando le ragioni ed i temi del nazionalismo e dell’imperialismo italiano, raccogliendoli nel volume Teneo te Africa, pubblicato alla fine del 1936 per le edizioni delle Officine del Vittoriale. Allo stesso modo fece realizzare appunto la medaglia che proponiamo qui in vendita.
La medaglia Teneo Te Africa del 1935, misura circa mm.77 di diametro. In ottime condizioni, fatta salva la leggera intaccatura a fianco della parola SVIS
Medaglia particolarmente interessante e di pregevole fattura.
Notizie
Cliccando sui links/foto avrete informazioni generiche, storiche, relative all’articolo in vendita
Gabriele D’Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1º marzo 1938), è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del Decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale, dal 1924 insignito del titolo di “principe di Montenevoso”. Soprannominato “il Vate”, cioè “poeta sacro, profeta”, cantore dell’Italia umbertina, o anche “l’Immaginifico”, occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana […]» e come politico lasciò un segno nella sua epoca e un’influenza sugli eventi che gli sarebbero succeduti. L’arte di D’Annunzio fu così determinante per la cultura di massa che influenzò usi e costumi nell’Italia -e non solo- del suo tempo: un periodo che più tardi sarebbe stato definito appunto “dannunzianesimo”.
RENATO BROZZI
Renato Brozzi (Traversetolo, 7 agosto 1885 – Traversetolo, 21 giugno 1963) è stato uno scultore, incisore e orafo italiano. Apprese il mestiere di cesellatore da giovanissimo in una fonderia di bronzi e lavorò poi per una bottega di antiquariato. Sostenuto e incoraggiato dal pittore Daniele de Strobel, frequentò l’Accademia di Belle Arti di Parma, dove ebbe come maestro Cecrope Barilli, diplomandosi in soli tre anni mentre il corso ne prevedeva cinque.
Trasferitosi a Roma nel 1907, vi rimase con la famiglia per oltre 50 anni. Frequentò la Scuola d’Arte della Medaglia presso le officine della Zecca di Stato, dove perfezionò la tecnica dell’incisione. Fu molto amico del conterraneo Amedeo Bocchi e abitò assieme a lui in una delle case-studio della Villa Strohl Fern. Divise con lui anche uno studio sulla via Flaminia e frequentarono insieme la fiaschetteria toscana in via della Croce, luogo di ritrovo di artisti e letterati tra i quali Papini, Soffici, Ungaretti e Cardarelli (nel locale esiste una targa sbalzata dal Brozzi). Nel 1915 vinse una medaglia d’oro alla Mostra Internazionale di Belle Arti di San Francisco. Nel 1917, alle mostre individuali indette dalla Permanente di Milano (dove già aveva esposto nel 1910), espose cinquantaquattro opere tra pastelli, targhe in rame e piatti d’argento. Nel 1919 disegnò il rovescio della moneta da 10 centesimi di lira, raffigurante un’ape posata su un fiore di papavero. I suoi lavori richiamarono l’attenzione di Gabriele D’Annunzio, che dal 1920 lo volle come suo scultore e orafo personale. Brozzi adornò la residenza del poeta a Cargnacco di Gardone Riviera e realizzò diverse sculture e altre opere che spesso il poeta donava agli amici.
Tra le sue opere più famose si hanno la Coppa del Benaco, premio per gare di idrovolanti sul lago di Garda commissionato da D’Annunzio, la Meravigliosa Cheli, enorme tartaruga, la Vittoria angolare, collocata sulla nave Puglia del Vittoriale degli italiani, medaglia TENEO TE AFRICA 1935 e molto altro.
Fonte degli articoli : Wikipedia , per ulteriori approfondimenti data la vastità dell’argomento dannunziano.
5.21
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