Description
Bel fermasoldi in metallo , con placchetta centrale smaltata, rifacente ai distintivi fascisti con fregio PNF di primo tipo, ovvero con il fascio littorio modello 1919 – 1927. Usato da membri dei FASCI DI COMBATTIMENTO del periodo 1919 – 1921 , dai componenti  del PNF , Partito Nazionale Fascista appena costituito, ma ovviamente da chiunque voleva ostentare la sua associazione al movimento fascista.
Prodotto in metallo argentato, montato su una struttura fermasoldi metallica, il distintivo è di forma ovale e smaltato a bande verticali del tricolore italiano ( Verde Bianco e Rosso ) con il fregio centrale a rappresentare un fascio littorio di primo tipo (con scure in testa) in uso dal 1919 ed utilizzato ancora durante la marcia su Roma nel 1922 e fino alla prima modifica nel PNF entrata in vigore nel 1927. Il fascio è in metallo argentato, a rilievo, cosÏ come le lettere che compongono la sigla P N F .
Di dimensioni importanti, mm.21 x 15, il distintivo non è un comune distintivo da occhiello recuperato e montato sulla struttura fermasoldi, ma sembrerebbe trattarsi di una realizzazione specifica.
MATERIALEÂ Â Â :Â metallo argentato e smaltato
MISUREÂ Â Â Â Â Â Â :Â mm. 21 x 15Â (il distintivo centrale PNF)
MARCHIOÂ Â Â Â Â :Â –
NOTIZIE
Fasci italiani di combattimento è il nome del movimento politico fondato a Milano da Benito Mussolini il 23 marzo 1919, erede diretto del Fascio d’azione rivoluzionaria del 1915. Il 9 novembre 1921 si trasformò in Partito Nazionale Fascista.
Il “programma di San Sepolcro”
Il 23 marzo 1919 nella sala riunioni Circolo dell’alleanza industriale, in piazza San Sepolcro a Milano, furono ufficialmente fondati i Fasci italiani di combattimento. Tra i fondatori  troviamo persone di diversa estrazione sociale ed orientamento politico a riflesso di un certo eclettismo ideologico di questa fase originaria; tra i primi aderenti ci furono anche cinque ebrei.
Benito Mussolini prevedeva l’attuazione di uno specifico Programma di San Sepolcro (dal nome della piazza in cui fu proclamato). I primi appartenenti ai Fasci si chiamarono appunto sansepolcristi, fregiati di una fascia giallorossa (i colori di Roma). Gli squadristi semplici invece erano riconoscibili da una striscia rossa al polso della camicia nera.
Manifesto programmatico
Il Manifesto dei Fasci italiani di combattimento, alla cui stesura aveva collaborato attivamente Alceste De Ambris, fu ufficialmente pubblicato su Il Popolo d’Italia il 6 giugno 1919. Nel manifesto vengono avanzate numerose proposte di riforma politica e sociale per far ÂŤfronte contro due pericoli: quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistraÂť, rappresentando la terza via tra i due opposti poli e sviluppandosi nell’ambito delle teorie moderniste sull’uomo nuovo. Solo parte di queste vennero realizzate durante il periodo del regime fascista (1922â1943). Pur riprese successivamente durante la Repubblica Sociale Italiana come la socializzazione delle imprese e dei mezzi di produzione, rimasero sostanzialmente inapplicate a causa degli eventi bellici.
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Fonti varie Wikipedia , Fasci Italiani di Combattimento
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