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❌🙁AGIP Benzina VICTORIA tabella in latta 1926 S.N.O.M.

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Tabella in latta litografata pubblicitaria AGIP  BENZINA VICTORIALA BENZINA DEGLI ITALIANI come recita l’immagine.  Prodotta nel periodo 1924-1926, in concomitanza dell’inizio della commercializzazione della benzina Victoria proveniente dall’ URSS.

In basso troviamo l’indicazione del ramo della compagnia, S.N.O.M. Soc.Naz. Olii Minerali Sez.Commerciale dell’A.G.I.P. Il tutto è litografato in rilievo su lamiera dallo sfondo blu, con una cornice esterna bianca, dove in basso sono riportate le diciture  Esente da Bollo  ed a destra  Stab. G.BOZZETTI & C. – Milano

La tabella misura circa cm.70 x 51

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Description

Tabella in latta litografata pubblicitaria AGIP  BENZINA VICTORIA . In rilievo troviamo il testo A.G.I.P.  e BENZINA VICTORIA  con la V che avvolge in lunghezza a mo’ di protezione il prodotto reclamizzato, a sovrastare un  magnifico bidone della stessa benzina a forma di parallelepipedo dai colori Verde, Bianco e Rosso, realizzato in latta litografata, così come veniva commercializzata negli anni ’20  LA BENZINA DEGLI ITALIANI come recita l’immagine. In basso della tabella “AGIP Benzina VICTORIA” troviamo l’indicazione del ramo della compagnia, S.N.O.M. Soc.Naz. Olii Minerali Sez.Commerciale dell’A.G.I.P. (coeva alla ESSO – Standard Oil)

Il tutto è litografato in rilievo su lamiera dallo sfondo blu, con una cornice esterna bianca, dove in basso sono riportate le diciture  Esente da Bollo  ed a destra  Stab. G.BOZZETTI & C. – Milano

La tabella “AGIP Benzina VICTORIA” è evidentemente ed assolutamente originale , realizzata nel periodo 1924-1926. In condizioni discrete di conservazione, purtroppo presenta diversi segni del tempo, piegature, mancanze di colore, alcuni fori. Data la rarità dell’oggetto riteniamo siano dei compromessi accettabili, per un oggetto che racconta la storia dell’industria italiana.

Lo stabilimento Bozzetti & Co. di Milano, come tante altre ditte quali la Metalgraf , realizzava reclame su lamiera, meglio dire pubblicità in  cromolitografia su latta, meglio ancora su latta litografata, prodotte dalla fine dell’800 ovvero sin dall’inizio dell’uso della pubblicità, per proseguire per tutta la prima metà del ‘900. Si pensi ai magnifici cartelloni pubblicitari o affiches per ditte di ogni tipo, spesso con disegni realizzati dai più grandi cartellonisti illustratori dell’epoca come Metlicovitz, per passare ad Aleardo Terzi, Marcello Dudovich, Mazza, Leonetto Cappiello, oppure ancora Boccasile, ed altri ancora.

La tabella misura circa cm.70 x 51

 

MATERIALE     :  Lamiera litografata

MISURE              :  cm.70 x 51

MARCHIO         :  G.Bozzetti – AGIP – SNOM

 

NOTIZIE

L’Agip, acronimo di Azienda Generale Italiana Petroli, è stata una compagnia petrolifera pubblica italiana fondata nel 1926. Dal 1953 di proprietà del gruppo Eni e da questa assorbita alla fine degli anni novanta del XX secolo per diventarne la Divisione Esplorazione & Produzione

Contesto

Nel 1924 ebbe luogo il cosiddetto “affare Sinclair”, uno scandalo causato dall’accordo fra la Sinclair, una compagnia petrolifera statunitense e il Ministero per l’Economia Nazionale, con il quale per cinquanta anni era stato concesso di svolgere ricerche petrolifere in Emilia-Romagna e in Sicilia per complessivi 40.000 km². Le due parti avrebbero costituito una società nella quale il 40% del capitale sarebbe stato dello Stato, le spese tutte a carico della Sinclair e il 25% degli utili allo Stato.

L’accordo fu giudicato di grave danno per la nazione e le opposizioni, capeggiate da Giacomo Matteotti e da Luigi Sturzo, incominciarono una polemica in cui si unì anche il sospetto che potesse esservi stata della corruzione; Matteotti anzi aveva in previsione un discorso proprio su questo aspetto per il 12 giugno, ma fu ucciso due giorni prima e alcuni studiosi hanno ipotizzato che l’omicidio del deputato potesse essere collegato con lo scandalo Sinclair. Don Sturzo continuò la polemica, indicando in un ente pubblico statale l’unica possibilità per una indipendenza energetica nazionale. Il carbone in Italia era infatti scarso e di qualità scadente. Lo si importava dall’estero a prezzi che pesavano gravemente sulla bilancia valutaria e che limitavano l’espansione industriale. Le centrali elettriche, poco sviluppate e concentrate soprattutto nel Nord del paese, non potevano soddisfare il fabbisogno di energia.

Nascita dell’ente

Con un regio decreto legge del 3 aprile 1926, il governo fascista del Regno d’Italia ordinò la costituzione dell’Azienda Generale Italiana Petroli, per lo svolgimento d’ogni attività relativa all’industria e al commercio dei prodotti petroliferi; l’azienda nasceva nella forma di società per azioni. Il capitale sociale era conferito per il 60% dal Ministero per il Tesoro, per un 20% dall’Istituto nazionale delle assicurazioni (INA) e per il restante 20% dalle assicurazioni sociali. Il primo presidente fu Ettore Conti di Verampio, imprenditore del settore elettrico. Il nuovo istituto ereditò le attività e la rete della SNOM (Società Nazionale Olii Minerali), che dal 1924 commercializzava la Benzina Victoria proveniente dall’URSS, sulla base di un accordo del 1923 con il Sindacato Panrusso della Nafta (da qui la pubblicità mostrata nella tabella “AGIP Benzina VICTORIA”)

L’istituzione dell’azienda, formalmente una società, di fatto un ente pubblico, è stata da molti analisti attribuita principalmente a Giuseppe Volpi, ministro delle finanze, e a Giuseppe Belluzzo, ministro per l’economia nazionale. Volpi era però direttamente coinvolto in interessi petroliferi, essendo insieme alla FIAT di Agnelli, e con la copertura finanziaria della Banca Commerciale Italiana, impegnato in ricerche in Romania, e una delle prime operazioni dell’Agip fu rilevare le attività romene del ministro.

Nel 1927 fu emanata la cosiddetta “legge mineraria“, che attribuiva la proprietà del sottosuolo al demanio dello Stato e imponeva pertanto che qualunque attività petrolifera fosse consequenzialmente soggetta ad autorizzazione e/o concessione governativa (la tabella “AGIP Benzina VICTORIA” indica esattamente l’appartenenza a quel periodo per via del marchio SNOM)

Anni trenta

L’ente attraversò difficoltà dopo la crisi del 1929, ma riprese a svilupparsi negli anni trenta. Nel 1933, sotto la presidenza di Alessandro Martelli, già ministro dell’Economia Nazionale, fu emanata una norma protezionistica in materia di raffinerie e l’Agip poté operare con maggior agio anche in questo settore.

Durante la prima fase di sviluppo l’Agip cominciò a scoprire e sviluppare piccoli campi petroliferi superficiali sul territorio, come a Tramutola.

La Società disponeva di un impianto per la raffinazione a Fiume e nel 1936 rilevò quello di Marghera appartenente a Volpi. Poco dopo strinse un accordo con la Montecatini per la creazione della società mista Anic (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili), che avrebbe dovuto perseguire la derivazione di carburanti dalla idrogenazione della lignite. L’Anic poi realizzò due raffinerie per lavorare il petrolio estratto in Albania dall’AIPA (Azienda Italiana Petroli Albanesi), una controllata dell’Agip. Il petrolio albanese era però di cattiva qualità e la sua lavorazione si rivelò antieconomica.

Nel 1934 furono eseguiti i primi rilievi geofisici a rifrazione e dall’anno successivo tentativi di impiego della sismica a riflessione. Si trattava dei primi rilievi sismici a rifrazione, eseguiti utilizzando cinque o sei ricevitori con i quali si potevano registrare eventi rifratti da piccole profondità. L’Agip disponeva di un gruppo sismografico Ambronn a piezo-quarzo e di un gruppo dotato di sismografi a carbone, costruito nel proprio laboratorio di Parma. Nel 1935 nello stesso laboratorio si cominciò a costruire un terzo apparecchio che doveva essere adatto per rilievi sismici a riflessione.

Verso la fine del 1936 erano operanti due squadre sismiche in Italia. Una con base a Melfi, con strumento Ambronn capo gruppo l’ing. Franchini e operatore Massi Mauri e l’altra a Podenzano con sismografi a carbone capo gruppo Signini e operatore Da Rold Bruno. Dalla Direzione Agip dipendevano tre gruppi: Alta Italia, Italia Centrale e Italia Meridionale e insulare. I capi gruppo erano ingegneri che in un primo tempo avevano lavorato come operai presso la Sezione Geofisica.

Dal 1937 l’ing. Tiziano Rocco, capo della sezione geofisica, si interessò degli sviluppi della sismica a riflessione in Germania e negli Stati Uniti. In Europa la sismica era conosciuta a livello teorico, ma non aveva avuto pratica applicazione nell’esplorazione. Su impulso dell’ing. Rocco, l’Agip, prima in Europa, utilizzò il sistema per le prospezioni nella Pianura Padana che i geologi indicavano come un bacino potenzialmente ricco di idrocarburi. I rilievi ebbero inizio nel 1940, utilizzando un gruppo sismico fatto arrivare dagli Stati Uniti alla fine degli anni ’30, e portarono alla scoperta dei primi grandi giacimenti di gas naturale.

Contemporaneamente, però, a causa delle spese per sostenere le campagne coloniali, l’Agip dovette rinunciare a proseguire in alcuni investimenti esteri, in particolare dovette abbandonare le campagne di prospezione in Iraq. Fu invece l’esploratore Ardito Desio a trovare il petrolio in Libia e nel 1939 nacque la cosiddetta “operazione Petrolibia”, in cui l’Agip era associata alla FIAT, con la quale l’anno prima aveva dato vita a una Società Italiana Carburanti Sintetici che intendeva esplorare la possibilità di ricavare benzine dalla sintesi chimica.

Dopo l’imposizione delle sanzioni internazionali a danno dell’Italia e la conseguente autarchia, l’Ufficio speciale dei combustibili liquidi così stabiliva: «dal 21 febbraio 1936 è obbligo miscelare un minimo di 20 per cento di alcol a tutte le benzine destinate al consumo sul territorio italiano». L’Agip allora mise in commercio tre tipi di miscele così denominate: Robur (un carburante autarchico parzialmente ricavato dall’alcool di bietola da zucchero), Benzina Littoria (il carburante “Super”, che affiancava la “Normale”, ovvero la Benzina Victoria) e Miscela B.A. (per i ciclomotori).

Anni quaranta

Nel 1940, con l’entrata in guerra, si ebbe la requisizione delle imprese di paesi belligeranti sul territorio italiano; fu affidato all’Agip quanto requisito alle aziende petrolifere straniere. L’azienda intanto vantava una posizione di rilievo ormai virtuale in Romania, dove deteneva il 90% della società Prahova, terza azienda del settore in quel paese; la guerra aveva reso improduttiva la compagnia locale, ciò malgrado è stato sostenuto che aziende americane (che controllavano circa la metà delle risorse) si interessassero a un eventuale acquisizione della Prahova.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, nella Repubblica Sociale Italiana l’Agip fu commissariata e il 6 dicembre 1943 l’ingegner Carlo Zanmatti ne fu nominato commissario; suo vice era Bruno Mazzaggio. Poco dopo un’assemblea straordinaria dei soci decise il trasferimento della sede sociale da Roma a Milano.

Durante l’estate del 1944 venne in Italia il geologo statunitense Elmer J. Thomas, ritenuto uno dei più autorevoli tecnici petroliferi, che già aveva effettuato studi nella penisola fra il 1930 e il 1933; gli fu dato accesso, presso la sede dell’azienda e presso il ministero dell’agricoltura, alla documentazione sugli studi effettuati dall’Agip. Poco dopo si ebbero richieste da parte del comando delle truppe di occupazione affinché l’Agip fosse chiusa.

Nel successivo ottobre a Caviaga fu trovato un giacimento di metano, ma Zanmatti pretese che il pozzo fosse richiuso e la notizia segretata. In seguito avrebbe motivato la decisione con lo scopo di evitare che potesse cadere in mani tedesche.

Durante la guerra vennero affondate le navi cisterna dell’Agip.

Nel febbraio del 1945 si insediò a Roma un consiglio di amministrazione che revocò il trasferimento della sede a Milano, presidente fu nominato il senatore Arnaldo Petretti. L’Agip controllava, fra le altre, l’Anic, la Snam e l’Ente minerario. Il 22 marzo dello stesso anno il facente funzioni del segretario di Stato statunitense, Joseph C. Grew, scrisse all’ambasciatore a Roma Alexander C. Kirk che “la partecipazione del governo italiano agli affari petroliferi creerebbe una posizione concorrenziale tale da offrire al governo la continua tentazione di ricorrere a pratiche arbitrarie. […] Il ripetersi di tale situazione sarebbe svantaggioso per i consumatori italiani e nocivo alle relazioni commerciali italo-americane“.

Petretti, già vicegovernatore generale dell’Africa Orientale Italiana, si rese autore di una imprevista apertura alle imprese anglosassoni: ““Fatta eccezione per qualche lavorazione in atto […] ogni ulteriore investigazione può essere lasciata […] alla privata iniziativa. […] L’attrezzatura industriale del petrolio, sorta e sviluppatasi rigogliosa […] in virtù segnatamente dell’alto contributo apportatoci dal capitale e dell’esperienza anglosassone, ha subito offese gravi dalle operazioni di guerra. […] Confidiamo tuttavia che, con il concorso dei gruppi appartenenti ai paesi alleati, sia possibile risarcire le perdite non ancora esattamente valutabili, per riprendere, nello spirito della comprensione e dell’antica amicizia, l’attività che aveva associato, in un passato recente, le due gloriose bandiere”.

Il successivo 28 aprile la Commissione centrale per l’economia del Comitato di Liberazione Nazionale, il cui presidente era Cesare Merzagora, deliberò di affidare a Enrico Mattei la liquidazione dell’ente. La decisione seguiva altre analoghe decisioni per la liquidazione di enti parastatali, la nomina di Mattei a commissario straordinario fu proposta da Mario Ferrari Aggradi.

Il 12 maggio Mattei prese servizio come commissario con l’incarico di mettere in liquidazione l’Agip e le sue attrezzature, che furono messe in vendita per 600 milioni di Lire, ma non trovarono compratori; lo stesso giorno una direttiva dei colonnelli Henderson e King impose che la distribuzione dei prodotti petroliferi anche nell’Italia settentrionale fosse passata dall’Agip al CIP (Comitato Italiano Petroli), un ente degli Alleati.

Nell’ottobre 1945 l’Agip di Roma e quella di Milano furono unificate e Mattei divenne vicepresidente, fino al 1946 quando tornò consigliere. Convinto delle potenzialità di sviluppo della compagnia, Mattei invece di seguire le istruzioni impartitegli dal governo, convinto dai tecnici dell’Agip che le scoperte di idrocarburi da tanto tempo ricercate, stavano per diventare certezza, non liquidò la società; anzi diede nuovo impulso alle perforazioni nella pianura padana e riuscì a riorganizzarla e a farla crescere sul mercato internazionale, aiutato in questo dalle sue conoscenze politiche (Mattei, ex partigiano cattolico divenne nel 1948 deputato della Democrazia Cristiana).

Nel 1946 si ebbero scoperte di metano in quantità più che discreta, nel 1949 furono resi noti i grossi giacimenti di Caviaga e dintorni, infine avvenne la scoperta del più grosso campo petrolifero, in presenza del Ministro delle Finanze, Ezio Vanoni, e di un numeroso gruppo di giornalisti e fotografi a Cortemaggiore, vicino Piacenza; il nome della località divenne il nome del prodotto, usato poi in un importante slogan commerciale dell’Agip (SuperCortemaggiore, la potente benzina italiana). Dopo le elezioni del 1948, il 20 giugno Mattei tornò vicepresidente, con Marcello Boldrini presidente.

Anni cinquanta

L’Agip ebbe un’esclusiva per le prospezioni nella val Padana, che escludeva anche le società private italiane come Edison e Montecatini anch’esse attive nella ricerca di idrocarburi nel sottosuolo nazionale, e intorno a questa esclusiva nacque un contrasto con gli Stati Uniti, che propugnavano il libero mercato petrolifero.

Nel 1952, alla nascita dell’ENI, l’Agip era una delle quattro società capogruppo, assieme a Agip Mineraria, SNAM e ANIC, e ne costituiva la struttura portante.

Oltre al settore petrolifero, assunse grande importanza anche il gas liquido, con l’Agipgas che nel 1956 contava 14.200 distributori in tutta Italia e che vedeva un’espansione anche nel Mediterraneo orientale.

Il primo marchio dell’Agip, con la sigla inscritta in tre cerchi concentrici, venne depositato dalla SNOM (Società Nazionale Oli Minerali, marchio che troviamo anche nella nostra tabella “AGIP Benzina VICTORIA”) presso la Camera di commercio di Milano alle ore 16 del 25 ottobre 1926 e contrassegnato sul Registro Generale con il n. 34207, al fine di contraddistinguere le proprie apparecchiature per la distribuzione di benzina, petrolio e oli minerali in genere.

 

Fonti   Wikipedia

 

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Additional information

Weight3 kg
Dimensions20 × 20 × 20 cm

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