Description
Importante STELLA in ORO commemorativa della Marcia su Fiume , epopea fiumana, istituita da Gabriele d’Annunzio a seguito dell’occupazione di Fiume avvenuta il 12 Settembre 1919. La stella in oggetto è realizzata completamente in oro 18k, per un peso di circa 6 gr, con aquila fiumana recante in petto lo scudo crociato e fra gli artigli il cartiglio INDEFICENTER , e venne donata da d’Annunzio ai legionari fiumani, alle persone vicine al Vate, a tutti coloro che potevano averla meritata nella difesa della causa fiumana, a coloro che presero parte alla Marcia su Fiume, piĂš propriamente alla marcia di Ronchi dei Legionari. Completa di nastrino d’epoca, dal tricolore fiumano. Nello stemma della cittĂ di Fiume, l’aquila tra gli artigli tiene un’anfora dalla quale scorre dell’acqua che rappresenta l’acqua della Fiumara, la quale continuerĂ a scorrere per sempre. Sotto l’aquila si trova appunto la scritta “indeficienter” cioè “senza fine“.
Questa è una delle differenti tipologie della stella d’oro di d’Annunzio per la Marcia su Fiume, essendo all’epoca state realizzate da diversi orefici, ma è sicuramente una stella originale dell’epoca, interamente in oro e smalti, e non è una piĂš moderna replica.
Garantita al 100% con certificato d’autenticitĂ . che verrĂ rilasciato all’acquirente.
Nastrino da petto della stella d’oro di d’Annunzio per la Marcia su Fiume
alcune tipologie di Stella d’Oro
Impresa di Fiume
L’occupazione dei “legionari” dannunziani durò 16 mesi con alterne vicende, tra cui la proclamazione della Reggenza italiana del Carnaro. L’impresa fiumana raggiunse l’epilogo con l’approvazione del Trattato di Rapallo. L’opposizione dei dannunziani all’applicazione del trattato portò il governo Giolitti ad intervenire con la forza, sgombrando Fiume durante le giornate del Natale 1920.
Antefatti
Nel 1910 secondo un censimento, la popolazione di Fiume era pari a 49806 abitanti, e cosĂŹ suddivisa: 24212 dichiaravano di avere come lingua d’uso l’italiano, 12926 il serbocroato e altre lingue, soprattutto ungherese, sloveno e tedesco. Nel censimento non si consideravano i dati della localitĂ di Sussak, quartiere a maggioranza croata sorto in epoca recente a est della Fiumara. Quest’ultimo era il corso d’acqua che suddivideva la municipalitĂ di Fiume (formalmente dipendente dalla Corona Ungherese) dal Regno di Croazia. La cittĂ di Fiume aveva sempre lottato contro la propria annessione al Regno di Croazia.
Alla conclusione del primo conflitto mondiale, dalle trattative di pace, l’Italia ottenne le terre irredente di Trento e Trieste ma l’opposizione del presidente statunitense Wilson condusse a una situazione di stallo per quanto riguardava la Dalmazia e Fiume: la prima era promessa all’Italia col patto di Londra; la seconda era reclamata dagli italiani in quanto abitata prevalentemente da connazionali, tanto che giĂ nell’ottobre 1918 a Fiume si era costituito un Consiglio nazionale che propugnava l’annessione all’Italia, di cui fu nominato presidente Antonio Grossich. I rappresentanti italiani a Parigi Vittorio Emanuele Orlando e Sidney Sonnino, dopo aver polemicamente abbandonato il tavolo delle trattative il 24 aprile, non avendo colto i risultati sperati, vi fecero ritorno il 5 maggio.
Gli incidenti di Fiume
A Fiume, già ad aprile Giovanni Host-Venturi e Giovanni Giuriati avevano iniziato a creare una Legione fiumana costituita da volontari per difendere la città .
Nel frattempo d’Annunzio si era recato a Roma per tenere una serie di comizi in favore dell’italianitĂ di Fiume, ed i suoi discorsi infuocati suscitarono l’emozione e l’attestato dei moltissimi giovani reduci che ritornati dalla guerra erano rimasti disoccupati. Insistendo sull’onta della vittoria mutilata. Intanto a Fiume la situazione diveniva sempre piĂš incandescente e si susseguivano costantemente manifestazioni della popolazione a favore dell’italianitĂ della cittĂ e incidenti tra i vari reparti delle quattro nazioni che al termine del conflitto avevano occupato la cittĂ (italiani, francesi, inglesi, americani). Il 29 giugno 1919 scoppiarono tumulti fra i militari francesi, i cui ufficiali avevano osato strappare il tricolore italiano appuntato sulle vesti delle donne fiumane, e la popolazione civile, in soccorso della quale intervennero soldati e marinai italiani: nove morti e molti feriti costituirono il numero degli scontri, protrattisi fino al 6 luglio, noti come âVespri fiumaniâ; Parigi decise lo scioglimento del Consiglio Nazionale Fiumano e pretese il ritiro dei militari italiani (falsamente accusati di avere provocato gli incidenti).
Il 30 giugno 1919 una delegazione guidata da Grossich incontrò a Roma d’Annunzio, chiedendogli di assumere la guida del movimento di resistenza fiumano: d’Annunzio accettò, e su attestato autografo redatto, si convenne di procedere all’arruolamento di volontari nell’ambito dei vari raggruppamenti nazionalisti per farli successivamente convergere a Fiume. A Parigi si decisero cosĂŹ alcune sanzioni e l’allontanamento dei Granatieri di Sardegna i quali sotto il comando del generale Mario Grazioli, lasciarono Fiume il 25 agosto 1919 acquartierandosi a Ronchi. Da qui sette ufficiali inviarono a D’Annunzio una lettera in cui lo invitavano a porsi a capo di una spedizione che a Fiume ne rivendicasse l’italianitĂ .
La Marcia di Ronchi
D’Annunzio informò Mussolini solo il giorno prima della partenza per Fiume quando, sciolta ogni riserva ed attestato che non vi fosse nessun altro impedimento, gli inviò una lettera (con autografo) chiedendogli sostegno.
ÂŤMio caro compagno, il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d’Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Anche una volta lo spirito domerĂ la carne miserabile… Sostenete la Causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio.Âť |
Qui giunsero anche i volontari al seguito del tenente Guido Keller. Il 12 settembre i granatieri comandati dal maggiore Reina intrapresero la Marcia di Ronchi, ed in viaggio verso Fiume alla colonna si unirono altri volontari tra cui alcuni gruppi di bersaglieri che in realtĂ avrebbero dovuto bloccarlo. Oltrepassato il confine presidiato dal generale Vittorio Emanuele Pittaluga, dopo essersi congiunto con la Legione Fiumana di Host-Venturi, D’Annunzio prese possesso della cittĂ acclamato dalla popolazione italiana e dai volontari lĂŹ presenti. Nel pomeriggio D’Annunzio proclamò l’annessione all’Italia di Fiume.
ÂŤItaliani di Fiume! Nel mondo folle e vile, Fiume è oggi il segno della libertĂ ; nel mondo folle e vile vi è una sola veritĂ : e questa è Fiume; vi è un solo amore: e questo è Fiume! Fiume è come un faro luminoso che splende in mezzo ad un mare di abiezione… Io soldato, io volontario, io mutilato di guerra, credo di interpretare la volontĂ di tutto il sano popolo d’Italia proclamando l’annessione di Fiume.Âť |
(Dal discorso tenuto da D’Annunzio il 12 settembre dal Palazzo del Governo di Fiume) |
Questa giornata sarĂ in seguito celebrata come il giorno della “Santa Entrata“.
Il 22 settembre approdò la Nave della Regia marina “Cortellazzo” (ex incrociatore Marco Polo) che si unĂŹ ai legionari di D’Annunzio.
… omissis … omissis …
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