Descrizione
Portasigarette in argento con un TESCHIO circondato dal serpente UROBORO incisi sul coperchio, appartenuto ad un milite che inquadrato in un Reparto d’Assalto composto dai meglio noti ARDITI , durante la prima guerra mondiale, partecipò anche alla Marcia di Ronchi (ribattezzata Ronchi dei Legionari), ovvero alla Marcia su Fiume da cui ebbe inizio l’epopea fiumana, condotta da Gabriele d’Annunzio.
Il portasigarette è in argento punzonato 800 (sul bordo interno accanto al meccanismo di chiusura) e l’incisione venne realizzata a bulino da un maestro di notevole bravura tecnica e abilità “pittorica” , come evidente dalla raffinatezza e dalla precisione dei dettagli riportati. Si notino i chiaroscuri e le zone d’ombra, le linee di separazione delle differenti zone ossee del teschio, i dettagli della pelle squamata dell’uroboro, e della sua testa. Una ottima esecuzione incisoria, evidentemente degna dell’ardito che ne commissionò il lavoro, magari per sé stesso, o magari per omaggiare un personaggio altrettanto importante. O magari fatta eseguire dallo stesso D’Annunzio per essere poi regalato ad una persona a lui molto cara, una persona con un ruolo fondamentale nell’impresa fiumana.
Questo portasigarette ricorda molto le simili scatoline (portatabacco, portapillole) che Gabriele d’Annunzio faceva realizzare da Mario Buccellati, soprannominato dal Vate il MASTRO PAGON COPPELLA ORAFO DEL VITTORIALE
D’Annunzio commissionò diversi lavori a Buccellati a partire dal 1922 circa, ed oggetti simili a questo portasigarette che hanno una sorta di “firma” intorno al bordo, di fatto ogni tanto emergono sul mercato collezionistico. Tuttavia la nostra scatolina non ha alcuna indicazione di chi possa aver eseguito il lavoro, ma dall’esperienza e dalla ricerca sul mercato, e anche lasciandoci trasportare dalla fantasia e dalla voglia di avere qualcosa di veramente unico e prezioso, perché non pensare che questo possa essere uno dei primi lavori commissionati da D’Annunzio ? Non sappiamo se a Buccellati, non essendo firmato, ma non sappiamo in assoluto da chi venne realizzato.
Il teschio è il simbolo degli arditi, della sfida continua alla morte. L’uroboro rappresenta il ciclo continuo senza inizio e senza fine, apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta il potere che divora e rigenera sé stesso, l’energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose, che ricominciano dall’inizio dopo aver raggiunto la propria fine. Simboleggia quindi l’unità, la totalità del mondo, l’infinito, l’eternità, il tempo ciclico, l’eterno ritorno, l’immortalità e la perfezione. Il significato che si voleva dare alla nuova vita della città di Fiume, della Reggenza del Carnaro tanto voluta da Gabriele d’Annunzio.
La scatolina / portasigarette con il teschio e l’uroboro degli arditi di Fiume, è in ottime condizioni, non ha danni, ma solo la patina del tempo che la rende ancor più unica ed affascinante.
MISURE : mm.75 x 75 x 10
PESO : gr.107
MATERIALE : argento marcato 800
MARCHIO/PRODUTTORE : –
Notizie
Gabriele d’Annunzio inventa, plasma, manipola la realtà per crearne una propria e immaginifica dove ogni persona, evento e cosa abbia la sua specifica funzione nell’accondiscendere il proprio piacere estetico. Ama il lusso, il fulgore delle gioie, e l’incontro con Mario Buccellati – avvenuto nell’agosto del 1922 – ha l’immediatezza e l’intensità di un colpo di fulmine. Il Vate acquista diversi oggetti, e da allora prende avvio un continuo e reciproco gioco di tentazioni e seduzioni creando oggetti unici per ideazione e realizzazione. A Mario Buccellati d’Annunzio richiede gioielli per le innumerevoli donne che con travolgente passione ama e corteggia, siano esse celebri come Eleonora Duse, Ida Rubinstein, siano esse sconosciute, suggerendo dediche da incidere e spesso scegliendo i colori delle pietre da utilizzare. Mario Buccellati, assecondando le richieste, crea gioielli d’oro e d’argento tempestati di gemme, raffinate collane, spille, bracciali , e scatoline con l’incisione: “Mastro Paragon Coppella Orafo del Vittoriale” e la firma sottolineata per esteso “Gabriele d’Annunzio”
Esempio di firma apposta lungo il bordo delle scatoline realizzate da Buccellati, ma che non è incisa sulla nostra scatolina con il teschio e l’uroboro degli Arditi di Fiume
Alcuni tipi di scatoline realizzate da Buccellati
Gabriele D’Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1 marzo 1938)
IMPRESA DI FIUME
L’impresa di Fiume fu un episodio del periodo interbellico, che consistette nell’occupazione della città di Fiume, contesa tra il Regno d’Italia ed Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, da parte di reparti ribelli del Regio Esercito italiano. L’intento fu quello di proclamare l’annessione della città all’Italia forzando in tal modo la mano ai delegati delle potenze vincitrici della prima guerra mondiale, all’epoca impegnati nella Conferenza di pace di Parigi. La spedizione fu capeggiata dal poeta Gabriele D’Annunzio e organizzata da una coalizione politica guidata dall’Associazione Nazionalista Italiana, cui parteciparono esponenti del Mazzinianesimo, del Futurismo e del Sindacalismo rivoluzionario. L’occupazione iniziò il 12 settembre 1919 e durò 16 mesi con alterne vicende, tra cui la proclamazione della Reggenza italiana del Carnaro. Quando i ribelli si opposero al Trattato di Rapallo, il governo italiano sgombrò la città con la forza durante il Natale 1920, per permettere la creazione dello Stato libero di Fiume.
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Fonte degli articoli : Wikipedia ed altro dal WEB alle ricerche Mastro Paragon Coppella
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