Descrizione
Gladio in lega di alluminio, trofeo fornito dal CONI Comitato Olimpico Nazionale Italiano ( C.O.N.I. ) come premio per una gara di “Tiro a Segno” nell’ambito delle “Olimpiadi Giovanili” svoltesi a Bari nel Maggio del 1943 anno XXI dell’era fascista, una delle manifestazioni sportive ufficiali oltre ai Littoriali dello Sport. Il trofeo riporta coniate a rilievo sulla guardia del gladio, le diciture CONI da un lato e BARI dall’altro, mentre le indicazioni del tipo di sport TIRO A SEGNO e la data di svolgimento sono incise e smaltate, così come lo è l’incitazione fascista “VINCERE…” Il gladio è realizzato in lega di alluminio , e porta alcuni segni del tempo come ben evidenziati dalle fotografie ( mancanze lungo il bordo ) , ma considerata la sua delicatezza è in condizioni eccellenti. Misura circa cm.43 di lunghezza, ed è leggero al maneggio. Provvisto della sua scatola di presentazione con interni in seta amaranto, conservata in buone condizioni.
MATERIALE : fusione di lega d’alluminio
MISURE : lunghezza cm.43
MARCHI : –
NOTIZIE
L’educazione e la pratica dello sport ebbero un ruolo fondamentale nel regime fascista, lo sport diviene rappresentazione della potenza e della identità nazionale. Riprendendo l’utopia nietzschiana dell’uomo nuovo, l’uomo fascista doveva infatti sintetizzare in sé «l’inno e la battaglia, il libro e il moschetto, il pensiero e l’azione, la cultura e lo sport».
Il 3 aprile 1926 fu creata l’Opera Nazionale Balilla (ONB) che dall’ottobre del 1927 provvede all’insegnamento di educazione fisica fin dalla scuola media, sostituendo l’ENEF (Ente Nazionale Educazione Fisica), e dal 1928 anche le scuole elementari furono coinvolte nel progetto.
Nel 1930 gli iscritti erano già 1.687.000, e l’attività fisica veniva affiancata da viaggi, campeggi e saggi.
Il compito dell’ONB era quello di infondere nei giovani il sentimento della disciplina dello sport: dovevano portare rispetto ed obbedienza ai propri comandanti, erano obbligati a fare il saluto romano ai superiori e a portare l’uniforme. Inoltre, l’organizzazione doveva provvedere all’istruzione premilitare, affinché fossero preparati alla guerra e potessero essere impiegati nell’esercito: i giovani dovevano essere addestrati militarmente con esercitazioni, gite, escursioni e corsi premilitari.
L’ONB era divisa in balilla, di cui facevano parte i bambini dagli 8 ai 14 anni, e in avanguardisti, per i giovani dai 14 anni compiuti ai 18. «Le Legioni Avanguardiste sono veri Istituti disciplinatori di energia, eccitatori degli spiriti fiacchi; essi chiamano a sé i giovani e li scuotono dal loro dissolvente egoismo borghese, e li fanno capaci di sacrificio, li abituano al disagio, li svezzano dal lusso e li liberano da certe morbosità sentimentali e umanitarie»: in questo modo, gli avanguardisti, una volta ricevuta la necessaria preparazione, potevano entrare in guerra.
Gruppi universitari fascisti
Nel 1920 nascono i Gruppi universitari fascisti, ma solo nel 1927 il fascismo si dedica alla loro organizzazione ed all’educazione di questi giovani. Ne facevano parte i giovani dai 18 ai 25 anni. Potevano partecipare ai Littorali dello sport, istituiti nel 1932. Essi erano scelti tramite selezioni provinciali. I vincitori nelle varie discipline si sfidavano poi nei Littoriali nazionali, la cui vittoria valeva il titolo di “Littore d’Italia”. In premio i Littori d’Italia ricevevano un distintivo in oro che riproduceva la “M” di Mussolini.
I fasci giovanili di combattimento
Istituiti nel 1930, servivano per inquadrare i giovani dai 18 ai 21 anni che decidevano di non frequentare l’Università: i balilla e gli avanguardisti avevano modo quindi di specializzarsi in campo agonistico, passando poi dopo qualche anno all’Opera Nazionale Dopolavoro (OND). Venivano praticati sport e l’attività agonistica era portata all’esasperazione per far nascere nei giovani delle tendenze aggressive e «servire efficacemente una idea che è impersonata da Mussolini».
Opera nazionale del dopolavoro
L’Opera Nazionale Dopolavoro (OND) viene fondata nel 1925, come conseguenza del miglioramento delle condizioni di lavoro e la riduzione degli orari, che avevano fatto nascere esigenze di carattere educativo, culturale e sportivo. Centro di questa nuova organizzazione erano «la palestra e il campo sportivo», come scriveva il primo numero del Bollettino Ufficiale.
Educazione fisica
L’educazione fisica era considerata al pari delle altre discipline scolastiche, e gli insegnanti di ginnastica iniziarono a far parte del Consiglio dei professori. Per poter insegnare l’educazione fisica ai giovani, vennero create le Scuole Superiori di Educazione Fisica, col compito di creare maestri capaci di addestrare gli allievi.
I saggi
I Balilla e gli Avanguardisti erano impegnati in molti saggi collettivi, che riunivano giovani da tutta Italia: questi saggi avevano lo scopo di coinvolgere le masse e fare propaganda, grazie anche al discorso finale in genere tenuto dal Duce.
Il saggio iniziava con gli “Inni della Patria e quelli della Rivoluzione”, seguiti dal discorso di Mussolini, mirati ad alimentare il senso di patria: «L’Italia Fascista e Imperiale affida a voi la sua grandezza ed il suo futuro. Preparatevi a servirla in ogni tempo col cuore, con la mente e con le armi». Quindi si svolgeva il vero e proprio saggio.
Concorso DUX
Il 23 maggio del 1929 venne istituito il “Concorso Dux”, una manifestazione di saggi ginnici, che si svolgeva nei “Campi Dux”, al quale parteciparono 15.000 avanguardisti.
La Carta dello sport
Il presidente del CONI Turati, successivamente all’istituzione dell’ONB, dei GUF e dell’OND, precisò gli ambiti e le competenze delle istituzioni, per evitare che gli atleti potessero partecipare a gare e trofeo di sport sia come membro di società federali, sia come membro, ad esempio, di una sezione del dopolavoro fascista. Nel 1928 viene emanata la “Carta dello Sport”, che «ha deliberato sui compiti attribuiti ai vari enti ed ai vari organi, sui rapporti che fra di essi devono intercorrere e sui limiti dei rispettivi campi di azione»
In essa veniva stabilito che l’Opera Nazionale Balilla si sarebbe occupata dell’educazione fisica sia dei balilla, sia degli avanguardisti, ma la specializzazione nelle varie attività sportive era riservato alle società e agli enti aderenti al CONI; per partecipare alla gara di sport ed ambire al trofeo nessun giovane poteva essere iscritto alle organizzazioni aderenti al CONI se non era iscritto già all’ONB fascista; all’Opera Nazionale Dopolavoro era affidata l’educazione fisica solo di alcuni sport (bocce, palla al tamburello, tiro alla fune, gioco della volata, canottaggio a sedile fisso, palla a volo); viene istituita la “tessera unica per tutti gli iscritti alle singole federazioni sportive”, con costi proporzionati alle diverse possibilità economiche di chi praticava le varie attività sportive: atletica leggera, atletica pesante, ginnastica, ciclismo, canottaggio, pugilato, nuoto, calcio, tennis, rugby, sci, ghiaccio, pallacanestro, tiro a segno, lotta giapponese ,scacchi, ippica, corse al trotto, steeple, cavallo italiano da sella, jockey, tiro a volo, colombofila.
Mussolini, il primo sportivo d’Italia
Mussolini si propose come il primo sportivo d’Italia, praticando con passione tutti gli sport: va in motocicletta, nuota (sia in primavera sia in autunno nel mare di Roma), guida l’automobile a forte velocità, va a cavallo, gioca a tennis, ha il brevetto di aviatore. Ogni mattina, appena sveglio, esegue degli esercizi ginnici, per poi praticare l’equitazione subito dopo, col sole o con la pioggia. Come cade la neve, Mussolini è sui monti a sciare. Inoltre si faceva spesso fotografare a torso nudo per mettere in mostra la sua prestanza fisica. Il Duce non si limitava solo a praticare attività fisica, ma pretendeva che anche chi lo seguiva rappresentasse un modello per la popolazione: Augusto Turati era uno schermitore imbattibile, Italo Balbo riusciva a fare le capriole in aria.
Stadi del Fascismo
A Bologna , l’impianto inizialmente noto come “Littoriale” nacque come il primo vero stadio italiano e fu modello per quelli che seguirono. Fino ad allora, infatti, gli stadi comunemente intesi erano campi con tribune montate su impalcatura.
Il 12 giugno 1925 fu posata la prima pietra dell’edificio, voluto da Leandro Arpinati, vicesegretario del Partito Nazionale Fascista e in seguito podestà di Bologna e presidente della FIGC. Accanto allo stadio si vollero due piscine: una scoperta da 50 m x 30 m, e una più piccola coperta (prima in Italia).
Il 31 ottobre 1926 lo stadio Littoriale fu inaugurato da Benito Mussolini, il quale entrò scenograficamente nell’impianto in sella al suo cavallo. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno Mussolini fu oggetto di un attentato perpetrato dall’anarchico quindicenne Anteo Zamboni, che gli sparò mancandolo: il giovane fu ucciso sul luogo del fallito attentato dagli squadristi del Fascio.
Il 29 maggio 1927, di fronte a circa 55000 spettatori, il Littoriale fu inaugurato con l’incontro internazionale di calcio tra Italia e Spagna, alla presenza del re Vittorio Emanuele e all’infante Alfonso.
Nel 1937 viene inaugurato lo Stadio Mussolini a Torino, ai fini di ospitare i “Giochi Littoriali” dell’anno XI. Eretto in soli 180 giorni, diventa “simbolo della potenza costruttiva delle genti fasciste”. La “Torre di Maratona” doveva ospitare la dicitura “Stadio Mussolini” a grandi lettere, disposte verticalmente ed illuminate di notte. Aveva una capacità di 65000 posti e misurava 100×198 m. Comprendeva un campo da calcio, una pista per l’atletica a 6 corsie, due pedane per il salto in lungo, quattro pedane per il salto in alto. Era dotato inoltre di una piscina coperta.
Nel dopoguerra, lo stadio mutò nome a Stadio Comunale “Vittorio Pozzo”.
(Fonte Wikipedia)
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