Descrizione
Tabella in latta litografata del 1931, della FEDERAZIONE FASCISTA CACCIATORI per indicare la RISERVA DI CACCIA DELLA SEZIONE ASSOCIAZIONE PROVINCIALE.
Questa tabella è in condizioni splendide, nuova, stampata in rilievo e litografata, per opera della ditta METALGRAF di Milano, famosa agli inizi del ‘900 per le sue produzioni in lamiera, dai giocattoli a carica a molla, alle scatole di latta per biscotti, caramelle, prodotti di ogni genere, e quindi per le tabelle pubblicitarie che venivano affisse lungo le strade, ai muri dei palazzi, ai negozi.
La tabella veniva usata per indicare la Riserva di Caccia, affissa alla rete che ne delimitava il perimetro in più punti.
Notiamo in alto il simbolo del MINISTERO dell’AGRICOLTURA e FORESTE dal quale dipendevano le riserve di caccia, ed il simbolo della Federazione Fascista Cacciatori, che era una branchia del CONI Comitato Olimpico Nazionale Italiano, come stabilito nel 1931 dalle leggi che regolavano la caccia.
La tabella in oggetto della Federazione Fascista Cacciatori del 1931, non è mai stata utilizzata, non ha subito restauri, è praticamente nuova. Misura circa cm. 34×24
MATERIALE : Lamiera litografata
MISURE : cm.34 x 24
MARCHIO : Metalgraf Milano
NOTIZIE
Così recitava l’art. 79, commi 1 e 2, del R.D. 15 gennaio 1931 –IX, n. 117 Approvazione del T.u. delle leggi sulla caccia, che faceva seguito alla legge 24 giugno 1923, n. 1420 (che aveva unificato le diverse leggi vigenti in varie regioni anche dopo l’unificazione nazionale) e abrogava tutte le altre nome vigenti in materia di caccia.
I superiori interessi nazionali erano la tutela e l’incremento della selvaggina stanziale.
Come si vede, attraverso il t.u. del 1931 il regìme si arrogava la potestà di organizzare la caccia e i cacciatori, così come aveva fatto con gli agricoltori (Confagricoltura), gli industriali (Confindustria), i commercianti (Confcommercio), gli artigiani (Confartigianato), ecc.
Nello stesso decreto si fonda (o rifonda con personalità, compiti e finalità nuovi) la Federcaccia, l’unica associazione venatoria italiana. Infatti “i cittadini che abbiano ottenuto la licenza di caccia o di uccellagione ed i concessionari di bandite o riserve, fanno parte di diritto della Associazione per la durata della rispettiva licenza o concessione” (art. 82 comma 2).
Ma il trattamento monopolistico di cui godeva Federcaccia quale organo unico rappresentativo di tutti i cacciatori muniti di licenza è finito a seguito delle sentenze della Corte cost. 26 giugno 1962 n. 69 e 15 maggio 1963 n. 71, che avevano fatto cessare l’obbligo di iscrizione dei cacciatori alla Federcaccia. Sulla scorta delle pronunce della Corte, infatti, ai sensi dell’art. 35 della legge 799 del 1967, “le associazioni venatorie sono libere” (libertà intesa come diritto positivo di associarsi e negativo di non associarsi).
Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale MVSN
La Milizia forestale (già Corpo reale delle foreste e successivamente Guardia nazionale repubblicana della montagna e delle foreste nella Repubblica Sociale Italiana) era una specializzazione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, istituita nel 1926 durante il ventennio fascista in Italia. La Federazione Fascista Cacciatori del 1931, era regolamentata dal CONI sotto la direzione della MVSN Forestale.
Storia
Fu istituita, su iniziativa di Italo Balbo, con il regio decreto legge 16 maggio 1926 n. 1066, allo scopo di dare allo Stato un organo vitale e disciplinato per l’attuazione delle direttive del governo Mussolini nel campo della politica forestale. Il decreto contestualmente sopprimeva il Corpo reale delle foreste.
Inizialmente il reclutamento dei militi fu effettuato traendoli dal personale di custodia del soppresso Corpo reale delle foreste e da quello addetto alla vigilanza sulla pesca e la custodia dei regi tratturi, inquadrato da ufficiali provenienti in parte dai ruoli tecnici forestali e in parte da ufficiali del R. Esercito e delle altre Forze Armate. Gli ufficiali furono reclutati fra i laureati in scienze agrarie o in ingegneria che avessero frequentato un corso speciale d’istruzione forestale e militare, i sottufficiali e i militi fra coloro che avessero rispettivamente frequentato con buon esito le scuole allievi sottufficiali e allievi militi. Nel 1930 la Milizia contava 337 ufficiali e 3 441 sottufficiali e camicie nere e nel decennio successivo sarebbero arrivati ad oltre 20 000.
Il comando venne affidato inizialmente al generale del Regio Esercito Giuseppe Boriani e dal 1928 al luogotenente generale Augusto Agostini.
Venne riordinata successivamente con i RR. DD. LL. 27 giugno 1935 n. 1433, 7 maggio 1936 n. 882 e 23 novembre 1937 n. 2359. Dipendeva disciplinarmente dal Comando generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, tecnicamente ed amministrativamente dal Ministero dell’Economia Nazionale e dal 1929 dalla Ministero dell’agricoltura e delle foreste.
Ascari forestali
La 11ª Legione della Milizia nazionale forestale venne costituita in Africa Orientale Italiana ed organizzata su cinque nuclei. Il comando era ad Addis Abeba, dove aveva sede anche la scuola per le reclute locali. Infatti, mentre gli ufficiali erano nazionali, la truppa era in larga maggioranza formata da ascari forestali. L’uniforme era caratterizzata dal fregio della Milizia sul tarbush e da fiocco e fascia verdi.
Agostini fu alla testa della Coorte milizia forestale AOI, che l’8 ottobre 1935 si imbarcò per la guerra d’Etiopia. Sbarcato in Somalia italiana, la coorte venne aggregata alla Colonna celere “Agostini” e si distinse particolarmente nella seconda battaglia dell’Ogaden.
Milizia fascista forestale albanese
Dopo l’attribuzione della corona del Regno d’Albania a Vittorio Emanuele III il 16 aprile 1939, le forze armate e di polizia albanesi vennero fuse con quelle italiane. Con l’istituzione il 2 giugno 1939 del Partito Fascista Albanese, subordinato a Benito Mussolini ed al Partito Nazionale Fascista italiano, ai sensi del decreto luogotenenziale 14 agosto 1939 n. 91 fu istituita la Milizia fascista albanese (MFA), inquadrata nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale italiana e posta anch’essa sotto il comando del capo del Governo italiano.
Contestualmente venne istituita la Milizia fascista forestale, indipendente dalla Milizia fascista albanese ed inquadrata nella Milizia forestale. Essa era investita degli stessi compiti della corrispondente italiana. La forza ammontava ad una legione, la 12ª Legione della Milizia nazionale forestale (MNF) inserita nell’organico della Milizia forestale nazionale.
Seconda guerra mondiale e dopoguerra
Durante la seconda guerra mondiale questa legione venne aggregata alla 9ª Armata del Regio Esercito ed impiegata in Jugoslavia ed in Grecia per attività anti-partigiana. Venne impiegata sia in compiti di presidio che in attività operativa, soprattutto nei Balcani. Nel 1941 lo storico comandante Agostini viene sostituito da Lorenzo Chierici, fino all’aprile 1943, quando questi divenne Capo della Polizia italiana.
Dopo l’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943, i reparti attivi nel territorio della Repubblica Sociale Italiana passarono sotto il comando della Guardia Nazionale Repubblicana. Con decreto legislativo del Duce 11 dicembre 1944 n. 908 della Repubblica Sociale Italiana la Milizia venne ribattezzata Guardia nazionale repubblicana della montagna e delle foreste, organizzata su un comando superiore, una scuola allievi, un battaglione operativo, 7 legioni ed una coorte e 4 centurie autonome.
Chiusasi la parentesi fascista, il Comando alleato emanò un decreto di ricostituzione della Milizia forestale (23 maggio 1945). Il 12 marzo 1948 venne costituito il Corpo forestale dello Stato.
Organizzazione
La Milizia forestale era costituita da un comando gruppo Legioni dal quale dipendevano direttamente i comandi delle Legioni, da una coorte autonoma con sede a Cagliari, da un deposito e da due scuole (sottufficiali e militi).
Legione, coorte, centuria, manipolo e distaccamento costituiscono in ordine gerarchico, i reparti della Milizia nazionale forestale e dal comando di ciascuna Legione, coorte, centuria, manipolo, e squadra, dipendono due o più comandi del grado immediatamente inferiore.
I comandi retti da ufficiali, che andavano da legione a manipolo, avevano compiti tecnici amministrativi e disciplinari, i reparti comandati da graduati, che sono da squadra a distaccamento, prestavano prevalentemente servizio di polizia.
Le legioni erano sette con sede: la I a Udine, la II a Trento, la III a Torino, la IV a Firenze, la V a Roma, la VI a Caserta e la VII a Reggio Calabria. Le coorti ventotto, le centurie settantasei, i manipoli duecentouno, le squadre seicentosettantaquattro e i distaccamenti duemilaquarantaquattro. Tutte le legioni sono state costituite il 1º settembre 1926. A queste si aggiunsero nel 1926 la I Coorte autonoma; la II Coorte Autonoma venne costituita il 1º gennaio 1927.
Nel 1936 l’ordinamento venne modificato: le legioni vennero portate a nove, più una legione su due coorti in Libia italiana, una su cinque nuclei in Africa Orientale Italiana ed una nel Regno albanese.
Compiti
I compiti specifici della Milizia consistettero nel disimpegno delle seguenti funzioni:
- difesa ed incremento del patrimonio boschivo nazionale.
- assestamento forestale, ovvero gestione razionale dei beni silvo-pastorali dei comuni e degli altri enti fra i quali l’ente autonomo Azienda foreste demaniali.
- vivaismo forestale.
- sistemazioni idraulico-forestali, consolidamento delle dune ed in generale opere di difesa contro il dissesto idrogeologico
- maggior progresso dell’economia montana in generale, sorveglianza della caccia, della pesca, custodia dei regi tratturi e delle regie trazzere.
- concorso nella tutela dell’ordine pubblico, sempre però nell’ambito forestale.
A queste funzioni tecniche si affiancavano i compiti generici di tutte le milizie in tempo di pace:
- servizio ausiliario di pubblica sicurezza.
- polizia militare.
- assistenza e soccorso in caso di calamità.
In tempo di guerra, nel caso di mobilitazione la Milizia avrebbe assurto ai compiti di:
- polizia militare e guardia di frontiera.
- concorso alla protezione e vigilanza delle linee ferroviarie, telegrafiche e telefoniche.
Uniforme ed equipaggiamento
Il personale nazionale della Milizia forestale vestiva l’uniforme grigioverde della MVSN, con gambali in cuoio naturale e bandoliera. Si distingueva per il cappello alpino con la sola nappina senza penna (la cosiddetta “vedova”) con fascia e bordi neri e per le filettature verdi delle fiamme nere, dei fregi e delle controspalline. Come per tutta la MVSN, i fascetti littori sostituivano sulle fiamme le stellette delle Regie Forze Armate.
Il fregio era rappresentato da un’aquila ad ali spiegate su due asce incrociate ed un fascio littorio.
Il labaro era rappresentato nel 1927 dalla scritta MILIZIA NAZIONALE FORESTALE (aquila coronata con due asce incrociate su fascio littorio), di colore verde, il retro anch’esso di colore verde non riportava nessuna scritta; ebbe breve durata perché venne poi sostituito con un nuovo modello con il retro tricolore, mentre l’aquila della Milizia sostituiva l’aquila coronata regia, nella parte inferiore sotto l’aquila era ricamato il numero ed il nome della legione d’appartenenza.
Gli ufficiali erano armati di pistola o rivoltella. Gli aiutanti (marescialli) erano armati di pistola a rotazione modello Bodeo Mod. 1889 e di pistole semiautomatiche Beretta Mod. 23. Gli altri sottufficiali e le CC.NN. erano armati di moschetto Carcano Mod. 91 per cavalleria e di fucili semiautomatici Beretta Mod. Mab 18/30 cal. 9 mm, appositamente adottati per la Milizia forestale ed erano riconoscibili da un’aquila con fascio littorio sulla canna, di pistola a rotazione sempre Mod. 1889 e delle pistole Beretta Mod 23.
Comandanti
- Generale Giuseppe Boriani (30 giugno 1926 – 31 gennaio 1928)
- Luogotenente generale Augusto Agostini (31 gennaio 1928 – 5 dicembre 1941)
- Prefetto Lorenzo Chierici (5 dicembre 1941 – aprile 1943)
Fonti Wikipedia , Federcaccia , MVSN FORESTALE
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