Descrizione
Berretto da membro del DIRETTORIO del Fascio di Combattimento , organo del Partito Nazionale Fascista , PNF , alto incarico politico per gerarca. Ordinamento del 1938 – 1943. Berretto in stoffa sartoriale nera , con visiera nera, fregio regolamentare a raffigurare un’aquila ricamata dal corpo nero con piumaggio in colore oro, avente ali aperte in ricamo bianco con profilature nere, poggiante su fascio littorio longitudinale alla base , con scure rivolta verso l’alto, tutto su sottopanno di colore rosso/bordeaux. Come riportato dalla tabella seguente, con le combinazioni del fregio e del soggolo per berretto, spalline e scudetto da petto, a seconda del relativo grado gerarchico. Alla seconda riga si può verificare il grado corrispondente a questo berretto per Direttorio del Fascio di Combattimento
FASCI DI COMBATTIMENTO CON GRUPPI RIONALI
AQUILA BERRETTO | CORDONE BERRETTO | CONTROSPALLINE | SCUDETTO | |
SEGRETARIO DI FASCIO | ||||
DIRETTORIO DI FASCIO | ||||
FIDUCIARIO DI GRUPPO RIONALE | ||||
CONSULTA DI GRUPPO RIONALE | ||||
CAPO SETTORE | ||||
CAPO NUCLEO |
Sul tamburo del berretto, è montata una fascia in cotone nero, ricamata in maniera alternata con uno e due fasci littori incorniciati in un serto di alloro; la fascia è profilata da due galloncini dorati. Completano il berretto i due bottoncini in metallo con fascio littorio in rilievo, ed il soggolo in cotone nero screziato di bianco.
All’interno troviamo il marchio del fabbricante, un rombo con la dicitura IMPERATRICE – Via S.Giacomo 16 – NAPOLI . L’alluda del berretto è marcata SUBLIME .
Questo berretto per membro del direttorio di fascio di combattimento è in condizioni ottime, esternamente non vi sono danni o difetti notevoli da segnalare, tutto come illustrato dalle numerose foto allegate.
MATERIALE : berretto in stoffa con visiera rigida
MISURE : taglia circa 59
PRODUTTORE : Imperatrice , Napoli
NOTIZIE
Fondazione del Partito Nazionale Fascista
Il PNF fu fondato a Roma il 9 novembre 1921 per iniziativa di Benito Mussolini come evoluzione in partito del movimento dei Fasci Italiani di Combattimento – fondati, sempre da Mussolini, a Milano, in piazza San Sepolcro, il 23 marzo 1919. Come movimento giovanile si dotò nel 1921 dell’Avanguardia Giovanile Fascista. Rispetto ai Fasci, il PNF abbandonò, via via che si consolidava al potere, gli ideali socialisteggianti e repubblicani per virare decisamente verso la destra dello scacchiere politico italiano.
La conquista del potere
Dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, Mussolini, che era stato eletto parlamentare l’anno precedente insieme ad altri esponenti fascisti, fu incaricato dal re Vittorio Emanuele III di formare un nuovo governo sostenuto da una maggioranza composta anche dal Partito Popolare Italiano e da altri gruppi di estrazione liberale. Il 15 dicembre 1922 fu costituito il Gran Consiglio del Fascismo, organo supremo del Partito Nazionale Fascista, che tenne la sua prima seduta il 12 gennaio 1923.
Il regime
Alle elezioni politiche dell’aprile 1924, grazie alle violenze squadriste e all’impiego di “liste civetta”, volte a drenare ulteriori voti, il PNF ottenne una netta maggioranza: tali risultati furono però duramente contestati dalle opposizioni, che denunciarono numerose irregolarità. In tale quadro, il deputato Giacomo Matteotti, dopo aver denunciato brogli in parlamento, venne ucciso da estremisti fascisti. La vicenda ebbe seguito il 3 gennaio 1925, quando Mussolini, con un discorso alla Camera dei deputati, dichiarò provocatoriamente di assumersi la responsabilità storica di quanto accaduto, promettendo di chiarire la situazione nei giorni immediatamente seguenti. In sede giudiziaria, sia all’epoca dei fatti, sia nel secondo dopoguerra, non fu mai provato alcun coinvolgimento diretto del Duce o di altri gerarchi nell’organizzazione del delitto: tesi sostenuta anche da alcuni storici, come Indro Montanelli, per i quali le responsabilità di Mussolini furono solo di natura morale. La crisi seguita all’omicidio di Matteotti, che era parsa, in un primo tempo, far vacillare la presa di Mussolini e del fascismo, fu invece abilmente sfruttata dal duce per avviare la dittatura.
Il PNF fu l’unico partito ammesso in Italia dal 1926 al 1943, dopo l’emanazione delle cosiddette leggi fascistissime e dotandosi di un proprio statuto. Il Gran Consiglio del Fascismo divenne organo costituzionale del Regno: “organo supremo, che coordina e integra tutte le attività del regime sorto dalla rivoluzione dell’ottobre 1922”. Il Gran Consiglio deliberava sulla lista dei deputati da sottoporre al corpo elettorale (poi sostituiti dai consiglieri nazionali della Camera dei Fasci e delle Corporazioni); sugli statuti, gli ordinamenti e le direttive politiche del Partito Nazionale Fascista; sulla nomina e la revoca del Segretario, del Vice segretario, del Segretario amministrativo e dei membri del Direttorio nazionale del PNF, delle cariche da gerarca più in alto insomma. Le iscrizioni al Partito aumentarono a dismisura quando, il 29 marzo 1928, si decise che gli iscritti al PNF avrebbero avuto la precedenza nelle liste di collocamento (più antica era l’affiliazione, più si “scalavano” le graduatorie).
Quasi due anni esatti dopo, il 28 marzo 1930, si decretò che per poter svolgere gli incarichi scolastici di alto livello (presidi e rettori) bisognava essere tesserati almeno da cinque anni. Il 3 marzo del 1931 le iscrizioni furono sospese per circa un anno; questo dato fa intuire che molte furono le adesioni al Partito Fascista dettate esclusivamente da interesse: contro di esse si mosse il segretario Giovanni Giuriati, attivista anti-corruzione che, forse proprio per questa spinta “moralizzatrice”, venne destituito dal Duce dopo pochi mesi. Un ruolo educativo fu proprio dall’Istituto Fascista di Cultura, attualmente Università Popolare degli studi di Milano, che fu convertita da Università Popolare di Milano a Scuola Fascista, che durante tutto il periodo diede formazione e cultura fascista.
Nel 1930 furono creati i Fasci giovanili di combattimento. Gli anni Trenta furono caratterizzati dalla segreteria di Achille Starace, “fedelissimo” di Mussolini e uno dei pochi gerarchi fascisti provenienti dal sud Italia, che lanciò una campagna di fascistizzazione del paese fatta di cerimonie oceaniche e creazione di organizzazioni volte a inquadrare il paese e il cittadino in ogni sua manifestazione (sia pubblica sia privata). Al fine di irregimentare anche i movimenti giovanili Starace portò sotto il controllo diretto del PNF sia l’Opera Nazionale Balilla (ONB) sia i Fasci Giovanili che furono sciolti e fatti confluire nella nuova Gioventù Italiana del Littorio (GIL).
Il 27 maggio 1933 l’iscrizione al PNF è dichiarata requisito fondamentale per il concorso a pubblici uffici; il 9 marzo 1937 diventa obbligatoria se si vuole accedere a un qualunque incarico pubblico e dal 3 giugno 1938 non si può lavorare se non si ha la tanto conclamata tessera: è chiaro quindi che gli iscritti si contino a milioni ma che tra questi i “tiepidi” e i “freddi” verso il regime siano moltissimi. Nel 1939 Ettore Muti avvicenda Starace alla guida del partito e tale fatto testimonia l’aumento dell’influenza di Galeazzo Ciano.
A partire dal 1937 il segretario nazionale del PNF assurse a rango di ministro di Stato. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale Mussolini tenta di militarizzare il partito ordinando il giorno di Capodanno del 1941 la mobilitazione generale di tutti i quadri del PNF, dal segretario al vice fino all’ultimo del gerarca. Nel periodo in cui le operazioni belliche volgono verso il peggio, in molti perdono la fiducia verso il regime fascista: anche nell’organo politico principale monta una critica, seppur latente e oscura, a cui il Duce tenta di dare una spallata nominando il ventisettenne Aldo Vidussoni segretario del PNF (26 dicembre 1941).
La mossa, dettata dal fatto che i giovani sono rimasti i più accesi sostenitori del governo, si rivela catastrofica e il 19 aprile 1943 il giovane friulano viene sostituito da Carlo Scorza.
Scioglimento
Il 27 luglio 1943, in seguito alla votazione dell’ordine del giorno Grandi (25 luglio), Mussolini venne arrestato dai Reali Carabinieri, decretando di fatto la fine del regime fascista. Lo scioglimento del PNF da parte del nuovo governo di Pietro Badoglio avvenne il 2 agosto 1943 con il regio decreto n.704, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del Regno il 5 agosto successivo.
Liberato dai tedeschi il 10 settembre, Mussolini costituì il 13 settembre il nuovo Partito Fascista Repubblicano (PFR) e costituì la Repubblica Sociale Italiana (RSI), nella parte d’Italia occupata dai tedeschi. Segretario del PFR fu nominato il 15 settembre Alessandro Pavolini. A Milano era già stato ricostituito il 13 settembre da Aldo Resega, che ne fu anche il primo commissario federale. Il PFR cessò la sua esistenza con la morte di Mussolini e con la fine della RSI, il 28 aprile del 1945.
ORDINAMENTO Nazionale del P.N.F.
IL PARTITO NAZIONALE FASCISTA
L’ordinamento nazionale del P.N.F.
Il Partito Nazionale Fascista è costituito, su base nazionale, da due organi centrali: Il Direttorio nazionale e il Consiglio nazionale del P.N.F.
Il Direttorio Nazionale
Presieduto dal Segretario del Partito e costituito da tre vice Segretari, da un Segretario amministrativo e da otto componenti, nominati e revocati dal Duce, su proposta del Segretario del P.N.F.
Il Consiglio Nazionale
Presieduto dal Segretario del Partito, è costituito dal Direttorio Nazionale, dagli Ispettori del P.N.F., dai Segretari federali.
L’ordinamento sul territorio del P.N.F.
Il Partito Nazionale Fascista è costituito dai Fasci di combattimento i quali sono inquadrati in Federazioni di Fasci di combattimento nelle provincie del Regno, nei Governi dell’Impero, nelle provincie della Libia e nel possedimento delle Isole Egee.A capo di ciascuna Federazione di Fasci di combattimento è un Segretario federale.
Federazioni del P.N.F.
Il Segretario Federale, nominato direttamente dal Duce su proposta del Segretario del P.N.F. , attua le direttive ed eseguisce gli ordini del Segretario del P.N.F. , promuove e controlla l’attività dei Fasci di combattimento e delle Associazioni dipendenti dal Partito, controlla le organizzazioni del Regime e il conferimento ai Fascisti delle cariche e degli incarichi nell’ambito della provincia.
Mantiene inoltre i collegamenti con gli organi periferici dello Stato e con i rappresentanti provinciali degli Enti pubblici, è Comandante federale della G.I.L., Segretario del Fascio di combattimento del capoluogo, Presidente del Dopolavoro provinciale e del Comitato provinciale dell’Ente radio rurale; fa parte del Comitato di presidenza del Consiglio provinciale delle Corporazioni e del Comitato dell’Opera universitaria nelle città sedi di università.
Convoca e presiede il Direttorio federale, i rapporti dei gerarchi della provincia, dei Fascisti e degli iscritti alle Associazioni dipendenti dal P.N.F. nella provincia, dirige i corsi di preparazione politica per i giovani, propone al Segretario del P.N.F. la nomina e la revoca dei componenti il Direttorio federale fra i quali designa il vice Segretario federale e il Segretario federale amministrativo, dei gerarchi provinciali delle organizzazioni del P.N.F. e delle Associazioni dipendenti.
Nomina e revoca gli Ispettori federali, i Segretari politici dei Fasci di combattimento della provincia e i componenti dei relativi direttori, i Fiduciari dei Gruppi rionali fascisti e i componenti delle relative Consulte, i Capi settore e i Capi nucleo, ha facoltà di sciogliere i Direttori e le Consulte e di procedere alla nomina di commissari incaricati di reggere in via temporanea i Fasci di combattimento e i Gruppi rionali fascisti, promuove e regola l’attività sportiva delle organizzazioni competenti in relazione alle direttive segnate dal C.O.N.I., rappresenta il P.N.F. nella provincia a tutti gli effetti e sono perciò a lui subordinati i gerarchi provinciali delle Associazioni e degli Enti che dal Partito dipendono.
In ogni Federazione dei Fasci di combattimento è costituito il Direttorio della Federazione, che esegue funzioni consultive ed esecutive sulle direttive del Segretario federale.
Componenti il Direttorio Federale sono :
Il vice Segretario federale,
il Segretario federale amministrativo,
Il Segretario del Gruppo dei Fascisti universitari,
Il vice Comandante federale della G.I.L. per i Giovani Fascisti,
Il vice Comandante federale della G.I.L. per gli Avanguardisti e i Balilla.
Il Fascio di combattimento
Il Fascio di combattimento è retto dal Segretario politico, assistito da un direttorio.
Il Segretario politico del Fascio di combattimento attua le direttive ed esegue gli ordini del Segretario federale, promuove e controlla l’attività delle Associazioni del Partito e del regime e il conferimento ai Fascisti di cariche ed incarichi nell’ambito del proprio territorio, mantiene il collegamento con gli organi statali e con gli Enti pubblici locali, propone al Segretario federale la nomina e la revoca dei componenti il Direttorio del Fascio di combattimento fra i quali designa il vice Segretario e il Segretario amministrativo, dei Fiduciari dei Gruppi rionali fascisti, dei componenti le relative Consulte, dei Capi settore e dei Capi nucleo, convoca e presiede il Direttorio del Fascio di combattimento e i rapporti dei Fascisti, propone al Segretario federale l’istituzione dei Gruppi rionali fascisti e ha facoltà di costituire e sciogliere settori e nuclei, designa i suoi rappresentanti presso il Comitato dell’Ente comunale di assistenza.
Il Direttorio del Fascio di combattimento è costituito da :
Il vice Segretario politico,
Il Segretario amministrativo,
sei componenti tra i quali :
il vice comandante locale della G.I.L. (ove sia nominato),
I Comandanti dei Giovani Fascisti e degli Avanguardisti e Balilla,
Il Direttorio del Fascio di combattimento dei capoluoghi di provincia è costituito da un vice Segretario politico e da sette componenti.
I Gruppi rionali fascisti
I Gruppi rionali fascisti sono sezioni del Fascio di combattimento nei centri con popolazione numerosa.
l Gruppo rionale fascista è retto dal Fiduciario, alla dipendenza del Segretario del Fascio di combattimento.
Il Fiduciario del Gruppo rionale fascista è assistito da una Consulta di cinque componenti.
Il Fiduciario del Gruppo rionale fascista attua le direttive ed esegue gli ordini del Segretario del Fascio di combttimento al quale Segretario designa un vice Fiduciario e un consultore amministrativo, scelti fra i componenti la Consulta del Gruppo.
La Consulta del Gruppo è costituita dal vice Fiduciario, dal consultore amministrativo e da quattro componenti, essa esercita funzioni consultive ed esecutive sulle direttive del Fiduciario.
Il Gruppo rionale fascista è diviso in settori, i settori in nuclei.
11.19
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