Descrizione
Fregio per berretto da campo , del Battaglione di Combattimento Volontari Italiani ( bersaglieri ) intitolato “Ettore Muti” , operativo nella RSI Repubblica Sociale Italiana, costituitosi a Firenze il 14 Settembre 1943. Il fregio è originale, ricamato a mano con filo di lana gialla , su dima , sottopannato con stoffa da combattimento grigio verde. Le condizioni sono buone, il fregio è stato probabilmente portato e successivamente smontato dal berretto sul quale si trovava; presenta delle mancanze al ricamo , ma è un giusto compromesso da accettare data la rarità . Usato sui berretti da campo, in panno grigio verde modello ’42, come si può verificare dalla foto allegata.
MATERIALE : Stoffa, filo di lana
MISURE : mm.50 altezza, mm.50 e mm.45 di larghezza nei due punti di estensione
MARCHIO : –
NOTIZIE
Il 1° Battaglione di Combattimento Volontari Italiani “Ettore Muti” si costitui’ presso la ex sede della GIL di Piazza Beccaria a Firenze il 14 settembre 1943, con elementi volontari provenienti dai bersaglieri. I volontari, suddivisi in due compagnie, furono dapprima adibiti al recupero di armi, materiali, automezzi dell’esercito regio abbandonati nella citta’ e dintorni. Nell’ottobre 1943, pieno periodo RSI, il battaglione di bersaglieri ETTORE MUTI , unitamente a reparti di carabinieri e della milizia partecipo’ ad operazioni di grande polizia che proseguirono anche nei mesi di novembre e dicembre specialmente su monte Morello.
Qui erano acquartierati gli uomini di due comandanti partigiani: Giulio Bruschi (originario di Campi Bisenzio) e Lanciotto Ballerini. Presto il gruppo “Lupi Neri” di Ballerini si unì ai combattenti del Partito d’Azione nella zona fra Pistoia e Lucca. Partirono dal Vecciolino su Monte Morello il 26 dicembre 1943 e la voce della loro presenza sui monti della Calvana, nel piccolo borgo medievale di Valibona, si sparse rapidamente. La squadra guidata dal russo Vladimir, ebbe uno scontro a fuoco con alcuni fascisti in località Cornocchio e a Prato e Firenze si iniziò a parlare di un gruppo di comunisti guidati da un sovietico.
Un reparto del Battaglione Muti comandato da Duilio Sanesi, un gruppo di 150 elementi tra camicie nere e carabinieri di Calenzano salirono a Valibona la notte fra il 2 e il 3 gennaio, attaccando il gruppo di Lanciotto Ballerini. Dopo tre ore di battaglia e aver subito importanti perdite ( il capomanipolo Pietro Incalza viene ucciso, il capo spedizione Duilio Sanesi, nove legionari e un carabiniere moriranno successivamente per le ferite riportate), Lanciotto Ballerini viene colpito alla testa e muore sul colpo. Dei 17 Lupi Neri cadono, oltre a Lanciotto, Vladimir Andrej e Luigi Giuseppe Ventroni. Alcuni vengono catturati e tradotti nelle carceri di Firenze mentre pochi riescono a darsi alla fuga. Questa azione condotta dal Battaglione Muti è ricordata, da una parte e dall’altra, come la “Battaglia di Valibona”.
Nella primavera seguente si susseguirono altri scontri , a Casette di Chiara nell’aprile caddero il comandante della 2° compagnia, capitano Pierluigi Calamai, e un soldato. Nel maggio a Calenzano rimasero uccisi due sottufficiali e due soldati.
Nell’agosto il battaglione lascio’ Firenze e raggiunse Bologna dove passo’ alle dipendenze del 202° comando militare regionale. Anche in Emilia fu impiegato in numerosi servizi di pattugliamento e di guardia.
A meta’ settembre il battaglione venne trasferito a Schio. Successivamente, mentre il comando e una compagnia vennero dislocati a Verona, l’altra prese stanza a Garda. Nell’aprile del 1945, il battaglione si riuni’ a Verona dove si sciolse il giorno 28. Comandante del battaglione era il capitano Giuseppe Bindi mentre comandante della 2° compagnia erano il capitano Ferdinando Bastianini, aiutante maggiore del battaglione, dall’inizio e subito dopo il capitano Calamai ( caduto il 14 aprile 1944 ) e quindi il capitano Sterlini.
Fonti varie dal Web
9.19
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